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Ciclidi da Laboratorio... un bene o un male?

Victoria Lake

Amministratore
Badate bene non mi riferisco alle solite "sole" che si trovano nei negozi di basso stampo e che vengono spacciati per esemplari puri ed introvabili, ma mi riferisco a pesci VOLUTAMENTE e DICHIARATAMENTE creati al fine di ottenere specie nuove con colori e forme accattivanti!!!</u>

Per ciclidi da Laboratorio, intendo dire quei ciclidi ottenuti ibridando le più svariate specie, o magari eseguendo "ritocchi" genetici.
I più famosi in commercio sono:
Aulonocara Red Dragon, piuttosto che Flower Horn, Red Parrot ecc... ma anche l' 80% dei Discus che troviamo nei negozi, e sulla quale si è creata tutto attorno una "filosofia" ed una ricerca maniacale da parte dei vari appassionati. Pesci la cui livrea è stata VOLUTAMENTE modificata al fine di creare un mercato oggi fiorente su cui si basano mostre di ogni sorta e nazionalità.

Prendo spunto da una discussione di questi giorni, per porre questo quesito, e lo pongo nella sezione Conservazione e Salvaguardia, perchè mi piacerebbe sentire pareri ed opinioni partendo da questa affermazione:

Questi nuovi pesci che non impattano sull'ambiente, se non i minimissima parte, non potrebbero essere l'inizio di nuova cultura di salvaguardia dell'ambiente?
Voi cosa ne pensate?
E giusto che venga alimentato questo mercato, con la creazione di nuove e sempre più stravaganti specie, oppure queste specie nuove danneggiano il mercato dei vari Wild, F1, F2 ecc... e quindi quella che di fatto è la parte più "nobile" della cultura dell'acquirofilia?
 
I ciclidi da laboratorio, come li hai chiamati tu, sono il frutto di una domanda di mercato, quindi vengono creati perché c'è richiesta.

Credo che la loro diffusione non abbia alcuna implicazione con la conservazione in loco, anzi, si potrebbe addirittura considerare che la maggior diffusione di prodotti da laboratorio crei minore necessità di pesca diretta e quindi di sfruttamento del luogo d'origine.

Comunque i puristi storceranno sempre il naso, mentre quelli a cui interessa solo l'estetica saranno sempre più contenti.

Per esperienza personale in altro settore (rettili), credo che solo una severa normativa come il CITES (che peraltro ha lacune enormi) possa in qualche modo contribuire a salvaguardare le specie, ma credo, mia opinione personale, che sia inattuabile su questo tipo di pesci.

Dubito comunque fortemente che questo tipo di prodotti possa in qualche modo salvaguardare l'ambiente d'origine
 
A parte le solite “SOLE” che si possono trovare nei negozi e NON solo nei negozi, penso che creare incroci che possano morfologicamente cambiare (anche solo minimamente) l’Hatch o il Mapping di un qualunque essere vivente, sia un grande errore che denunciamo un po’ tutti noi, è da sempre che studiosi, scienziati e non solo loro, ci siamo anche noi Acquariofili, denunciamo ad altissima voce questo scempio, che gridiamo al mondo intero, detto questo, ritorno immediatamente sui nostri ciclidi per evitare gratuiti OT.
Vorrei prima di tutto ringraziare Victoria Lake per questo post, per quello che mi riguarda personalmente, posso dire e in tutta tranquillità che chi esegue qualsiasi cambiamento con lo scopo di rendere un ciclide cromaticamente più allettante, dimentica una cosa fondamentale, forse la più importante, tutte ciclidi e non solo quelli che interessano noi, si evolvono in archi di tempo lunghissimi, migliaia di anni.
Tempo fa, io stesso, ho postato un filmato di alcuni discus selvatici, da quel filmato si poteva evincere che il colore di quei Discus non era affatto quello a cui noi tutti siamo abituati a vedere nelle nostre vasche, oppure nelle vasche degli amici.
Di fronte a questa condizione fa dovere a noi tutti ciclidofili ed amanti della natura, evitare che ciò avvenga, combattendo con tutte le nostre forze questa decapitazione della natura.
Noi non abbiamo ereditato dal nostro Dio la facoltà di creare,</u> ma solamente quella di guardare ed ammirare la bellezza della madre terra, chi non segue bene questo concetto, uccide la sua anima.
Queste nuove varietà di pesci, fabbricati in casa, hanno un impatto sull’ambiente terribile, evitare questo è sicuramente un buon inizio, se però noi umani, forniti di coscienza, decidessimo finalmente di non fare più le dighe, autostrade e altro, per evitare di modificare gli habitat e uccidendo irrimediabilmente la nostra terra.
Come vedi il problema è molto serio e molto grande.
Ritengo che queste specie coloratissime, ma non esistenti in natura, danneggiano in modo permanente la genetica dei nostri pesci, proprio oggi scrivevo all’amico Denis, informandolo che le due Cyphotilapie gibberosa che io ho ceduto a lui, hanno un patrimonio genetico enorme e vastissimo, per un semplice motivo, i loro genitori vivevano liberi sul lago Tanganika, chi ha riprodotto in vasca questa coppia, molti anni fa ha pescato i genitori li ha allevati, successivamente si sono riprodotti e da cui è nata la coppia che ho ceduto graziosamente a Denis, quindi una coppia geneticamente purai, penso che per noi acquariofili, questo non abbia prezzo.
La cultura dell’acquario, rimane nobile soltanto quando la genetica del ciclide non viene minimamente alterata o cambiata forzatamente.
Se noi tutti chiedessimo un certificato di provenienza, saremmo in parte…dico in parte…più sicuri della loro purezza genetica, anche se (non ti posso negare) credo poco anche a questo, ma…almeno ci si prova.
Nasce spontaneamente a questo punto una richiesta di scelta:
Vogliamo un ciclide dentro la nostra vasca puro geneticamente, magari con colori più tenui,
oppure vogliamo un bel ciclide dai colori accesissimi dove la purezza genetica è lontana?

Questa si…che è una domanda da 1.000.000 di Dollari o Euro.

Ciao
Gioacchino.
 
Purezza genetica!! mi sembra che tu non sappia di cosa stai parlando, cosa vuol dire? i topolini da laboratorio che hanno tutti lo stesso patrimonio genetico, sono puri geneticamente?
"un patrimonio genetico enorme" : sono solo due tutta la progenie sarà a rischio inbreeding!! ma non succederà granchè visto che dovrà vivere in un acquario.
Gli acquariofili non "conservano", salvo rare eccezzioni, nessun patrimonio genetico e c'è solo da augurarsi che i pesci allevati in acquario non vengano mai reimmessi in natura, perchè allora si che andrebbero ad inquinare geneticamente le specie presenti.

Non mi sembra il caso di demonizzare le forme di allevamento "domestiche" (che non sono specie), direi che è una questione di gusti.

Quanto alla questione culturale, può essere interessante ricreare biotopi "circa" fedelmente, quanto allevare secondo principi da show le razze di allevamento, sono semplicemente due cose diverse, entrambe rispettabili.

Miles
 
io appoggio al 100% gsaporita... mantenere in purezza una specie dovrebbe essere l' obiettivo principale dell' acquariofilo!!! chiedilo agli allevatori di killi che tengono in purezza non solo la specie, ma anche la zona di cattura... molte specie di killi infatti sono a rischio di estinzione o sono già estinte... è DOVERE dell' uomo preservare la biodiversità che LUI stesso ha distrutto... la stessa cosa può valere, anzi deve valere con i ciclidi del vittoria e con i loricardi... ma anche per tutte le specie... la natura ci ha conferito specie così belle... perchè modificarle?!?!?
chiedi ad Enrico quanto incidano le creazioni di ABERRAZIONI della natura da parte dell' uomo nei paesi asiatici... i ciclidi che non "escono bene" vengono rigettati nei fiumi e distruggono la biodiversità locale ed essendo in larga parte urophthalmus o altri ciclidi centroamericani, questi si diffondono anche in mare!!!
ho letto anche un articolo su un sito in cui si testimoniava la resenza di betta splendens selezionati nei fiumi che soppiantano la fauna autoctona... quindi no si può dire
nuovi pesci che non impattano sull'ambiente, se non i minimissima parte,
poi si sa... le opinione sono come le palle... ognuno ha le sue :D
 
samuele ha scritto:

nuovi pesci che non impattano sull'ambiente, se non i minimissima parte,
poi si sa... le opinione sono come le palle... ognuno ha le sue :D

Samuele, io ho semplicemente posto un quesito, e per farlo ho volutamente enfatizzato due aspetti:
I ciclidi modificati per divenire ornamentari delle nostre vasche;
I ciclidi creati dall'uomo quanto impattano sull'acquariofilia?

se la stessa grinta e fermezza che utilizzi per motivare le tue opinioni la impiegassi anche per rispettare le opinioni altrui, di certo il tuo intervento, oltre ad essere rispettato in quanto corretto, verrebbe anche maggiormente apprezzato da tutti ;)

Io sono convinto che il preservare la genetica dei nonstri ciclidi "puri" debba essere salvaguardata all'interno delle nostre vasche.
Ma penso che un Flower Horn non impatta su nessuna genetica di nessun ciclide sud americano, inquanto è una creazione "ex nova" seppur creata usando specie esistenti in natura.
Cosa molto differeste sarebbe se un giorno qualcuno decidesse di immettere questi esemplari nei laghi o fiumi, in quel caso allora si che avremmo un disastro ambientale. (ma qui l'acquirofilia poco centra!!!)

Sottolineo nuovamente che un ciclide di laboratorio viene acquistato e tenuto come tale, non confondiamolo con un Aulono maleri accoppiato con un friery e venduto come stuargardi !!!! :D :D (ho eseurito la mia conoscenza sul Malawi!!!)
 
il fatto è che hai ragione anche tu... l' acquariofilo non c' entra... ma non sa che proprio per produrre queste cose se ne gettano a migliaia... i più fortunati vengono uccisi... gli altri vengono buttati nei fiumi... poi c' è anche l' aspetto dell' esasperazione di queste selezioni... infatti con molte specie la selezione eccessiva ha portato a un indebolimento della stessa... poi ci sono alcune selzioni (vedi flowerhorn, parrot o pesci rossi) che hanno difficoltà a nuotare e quindi a vivere... hai ragione sul fatto che è meglio "sacrificare" un pesce di selezione che un pesce wild strappato alla natura per un neofita... ma l' esempio che ho fatto con i killi prima si può ampliare a tutte le specie... infatti conosco molte persone che hanno creato un giro di specie riprodotte (io conosco di scalari e channa) per non intaccare la specie in natura, ma allo stesso tempo per poter godere di esemplari come natura li ha fatti... e loro cercano di mantenere la specie in purezza perchè hanno ricevuto un patrimonio molto importante...

per rispondere direttamente alle tue domande:
1) da un lato si e da uno no... è vero che è meglio che il neofita si faccia la mano su pesci di selezione (tipo scalari, visto che siamo in tema ciclidi), ma è anche vero che se questo ambiente dovesse scomparire, dovremmo pur avere specie da poter reintrodurre? (esempio lago vittoria)
2)le selezioni per avere un determinato carattere portano molte volte all' indebolimento della stessa (esempio dei guppy o dei trichogaster (ex- colisa))

Quindi , mio parere personale, si dovrebbe cercare, non dico di possedere solo wild, ma almeno di scegliere razze il più possibile alla wild-form per non incentivare il mercato della selezione esasperata, che molte volte porta pesci deboli o incapaci di nuotare...
spero con questo intevento di aver chiarito che la mia risposta non fosse un attacco alla tua opinione, ma la dimostrazione di cosa c' è sotto e della mia opinione sul tema...
[:264]
 
Perdonami, ma io amo fare l'avvocato del diavolo!! :D
Quando le cose sembrano troppo ovvie, spesso lo sono semplicemente perchè qualcosa ci sfugge, ed in questo caso non metterei al bando gli Ideatori dei:
Disus Leopard Skin
Discus Turchesi Rossi
Discus Red Spotted Green
e qualche altro centinaio di esemplari di selezione .
Lo stesso vale per Aulonocara Red Fish, Red Dragon ecc....

Ed è eccessivo dire che questi non siano ingrado di nuotare o sopravvivere.

Ricordo, che quelli che noi chiamiamo cani o gatti di razza, sono in realtà per la stra maggioranza idridi ne più e ne meno di un Red Parrot.
Io sono contrario ai ciclidi di selezione mentre amo i Molossoidi, e non centra con il processo di selezione della specie, ma è una cosa unicamente di gusto personale.

Avere un ciclde "puro" è un piacere perchè mi ricorda da dove proviene, ma io non vivo da solo in questo mondo, e quindi è probabile che altri vedano un ciclide wild come un patrimonio genetico che vive intatto nel propio acquario ed altri ancora che vedono un ciclide come una bellissima macchia colorata che arreda la casa.( e fors per quest'ultimo caso l'aver introdotto i ciclidi da laboratorio e una manna dal cielo sia per loro che per l'acquariofilia in generale)

E' evidente che bisogna ripettare l'animale a prescidere d quelle che siano le intenzioni, ragion per cui, mi sembra irrispettoso buttare un ciclide "puro" in una vasca di ciclidi mix.

Mi trovi invece fortamente contrario all'affermazione che i cicldi "puri" possano essere un giorno la chiave per ricostruire gli ecosistemi, per ogni 10 cicldi wild presenti nei nostri mercati, solo uno riuscirà a riprodursi, mentre altri 90 sono periti durante la pesca e l'esportazione.

Mi sembra evidente che non è la cattura di questi a salvare gli ecosistemi, ma al contrario e propio la non cattuta ad esserlo.

E forse i ciclidi di selezione, come accade per i Discus, sono un modo per ottenere migliaia di esemplari amatissimi e ricercatissimi da tutti gli appassionati, riducendo le catture in natura a poche centinaia.
 
Vorrei prima di tutto dire una cosa:
Perdonami Samuele ma non risponderò alle tue provocazioni, non me ne volere, poi un’altra cosa molto più importante, ma più che importante seria:
Noi acquariofili abbiamo grosse responsabilità verso la salvaguardia della specie, la sfera dei naturalisti ci ha finalmente dato fiducia e noi abbiamo il dovere di non deluderli.
Se tu avessi letto l’articolo della Dottoressa Claudia Dickinson della C.A.R.E.S. che è la coordinatrice del programma sulla salvaguardia delle specie a rischio non saresti intervenuto in quel modo, ma ti capisco, non si può sapere tutto nella vita…noi tutti siamo qui per dare le informazioni giuste.
Vedi tempo fa io pubblicai delle foto di un Haplochromis obliquidens e tutti ad altissima voce dissero che non poteva essere un obliquidens, esso era stato ritenuto estinto, io ho accettato tranquillamente il responso degli amici più esperti, mi sono rivolto alla persona che me li consegnò a suo tempo dicendo che non era stato ritenuto un obliquidens, la persona mi ha ri-confermato che si trattava di un obliquidens, che era in possesso della sua mappatura genetica…(stiamo parlando di un medico ricercatore), comunque lo stesso Dottor Paolo V. Loiselle, non ritiene che l’obliquidens sia estinto, stiamo parlando di professori, ricercatori, e non di semplici acquariofili.
Comunque vorrei graziosamente consigliarti di leggere attentamente il programma della Dottoressa Claudia, cosa pensa di noi e quale importanza noi tutti abbiamo per la salvaguardia della popolazione ittiologica, dei tre grandi laghi dell’Africa e non solo dell’Africa.

Gioacchino.
 
Victoria Lake ha scritto:




E forse i ciclidi di selezione, come accade per i Discus, sono un modo per ottenere migliaia di esemplari amatissimi e ricercatissimi da tutti gli appassionati, riducendo le catture in natura a poche centinaia.

Chiedo e mi chiedo: per lo stesso scopo non sarebbero sufficienti i ciclidi di riproduzione?[?]
 
Leonardo Bruno ha scritto:

Victoria Lake ha scritto:



E forse i ciclidi di selezione, come accade per i Discus, sono un modo per ottenere migliaia di esemplari amatissimi e ricercatissimi da tutti gli appassionati, riducendo le catture in natura a poche centinaia.

Chiedo e mi chiedo: per lo stesso scopo non sarebbero sufficienti i ciclidi di riproduzione?[?]

Per me SI, ed a quanto ho capito anche per te, Gioacchino e Samuele.
Ma evidentemente, se il mercato richiede cicldi "artefatti" vuol dire che ci sono un mare di persone che non la pensano così.

Quindi, provo a fare questa considerazione:
Se per la maggiorparte degli acquirofili (dico la maggiorparte perchè quella dei ciclidi africani è solo una minima parte del mercato) vede l'acquario come un qualcosa in tinta con la tappezzeria, mi viene da pensare che:
piuttosto di assistere ad un sempre più cresente ed incontrollato mercato di ibridi (che va ad intaccare qello dei "puri"), l'introduzione di nuove "specie da laboratorio", che seguono le mode del momento, possa essere apprezzato perchè risulterbbe un mercato parallelo a quello dei puristi, che non lo infesta e non lo intacca . Questo perche i due mercati essendo ben identificabili non andrebbero mai a fondersi!!

Un purista del Malawi non acquisterebbe mai Fire fish, uno del sud america non acquisterebbe mai un Red Parrot, ecc...

Un pò come dire, lasciamo ai puristi i ciclidi "puri" ed agli esteti i ciclidi "artefatti", ma che i "puri" siano "puri" e gli artefatti siano dichiaratamente e volutamente artefatti.
 
Ragazzi secondo me si va fuori tema.
La domanda iniziale era se "è giusto che venga alimentato questo mercato ... oppure queste specie nuove danneggiano il mercato dei vari wild...".
Mi ripeto, il mercato le regole se le fa da solo, sulla base della domanda, quindi se da domani vengono richiesti "pesci con le orecchie" ci sarà qualcuno che si mette d'impegno per fornirli per soddisfare la richiesta. Questo è inevitabile e non si può fermare (se non con norme protezionistiche tipo CITES, ma anche l'applicazione di quelle lascia il tempo che trova).

Il mercato dei wild è solo alimentato dalle richieste degli utenti "col palato fine" e quello ha regole tutte sue. Sono le nostre richieste "egoistiche" ad alimentare questo mercato. Appunto è un mercato, quindi segue sempre le regole del commercio, ossia il massimo sfruttamento, quindi tutto rema contro la salvaguardia dei luoghi d'origine.

L'unico modo per preservare un habitat è quello di togliere dai piedi l'uomo, ma quello è irrealizzabile. La scomparsa progressiva degli abitat è un altro dato di fatto, come è un dato di fatto che molte specie di animali sopravvivono solo in cattività, ma non per capriccio, il più delle volte, ma perché il loro mondo non esiste più.
 
Ricordo che proprio la pesca di specie "Pure", che ripeto non significa niente, è causa di "ibridazione", anche qui il termine è virgolettato perchè le diverse varietà non sono specie diverse ed anche il concetto di specie non è univoco; infatti i pescatori africani pescano in diversi luoghi i pesci e poi li trasportano nelle zone di stoccaggio, durante il trasporto, più o meno accidentalmente, li liberano dove vivono varietà diverse con cui si incrociano.
E' un fenomeno studiato, potete leggere ad esempio il seguente articolo

Blackwell Publishing, Ltd.
Hybridization and contemporary evolution in an introduced
cichlid fish from Lake Malawi National Park

Se proprio ci tenete alla salvaguardia dei pesci in natura la cosa migliore che potete fare è non comprare pesci di cattura o meglio non allevare proprio pesci.


Miles
 
Il tuo ragionamento non fa una piega, ma a questo punto ti pongo una "provocazione" facendoti un mio esempio personale. Se domani vuoi vedere una banalissima tartaruga comune di terra (testudo ermanni), di fatto praticamente estinta in natura in italia, preferisci andare al museo di scienze naturali e vederla imbalsamata (o peggio solo il carapace) oppure venire a casa mia e vedere come si godono il giardino. Certo, io sono "egoista" e la tengo in cattività, masenza gli egoisti non ce ne sarebbe traccia.

Certo lasciare in natura potrebbe "potenzialmente" proteggere i pesci, ma basterebbe che domani qualcuno cominciasse la costruzione che ne so, di una diga, per esempio, per condannarli tutti in breve tempo. Purtroppo la storia continua a ripetersi, e dovunque (vai a spiegare a un popolo che magari muore di fame o di sete che non devono costruire una diga per salvare "4 pesci").
 
teto76 ha scritto:

Certo lasciare in natura potrebbe "potenzialmente" proteggere i pesci, ma basterebbe che domani qualcuno cominciasse la costruzione che ne so, di una diga, per esempio, per condannarli tutti in breve tempo. Purtroppo la storia continua a ripetersi, e dovunque (vai a spiegare a un popolo che magari muore di fame o di sete che non devono costruire una diga per salvare "4 pesci").

Be allora, perchè farsi tante pippe mentali??
Costruiamo subito sta Diga e togliamoci il pensiero!!!
Depredare tutto quanto è possibile, prima che lo faccia ququalcun altro così saremo noi a fare pacco di soldi!!!!!

Questo è il principio per cui gli ambienti naturali vengono devastati: Tanto se non lo faccio io lo farà qualcqualcun altro

Secondo me, stiamo scadendo nei soliti luoghi comuni.....:)


Qui si confonde l'acquario amatoriale con una programma per preservare una specie!!
Se pensiamo di salvare l'ambiente racchiudendo i supestiti nelle nostre vasche, in realta stiamo soltanto contribuendone all'estinzione.
Sono più daccordo con chi ti dice: compro un F12342 o un Red Parrot, perche sono certo di non contribuire alla pesca selvaggia!!! ;)
 
piano... si stanno confondendo due cose... ibridi e selezioni... l' ibridazione è una pratica innaturale' cioè una forzatura della natura, per ottenere un pesce tipo malawi mix... la selezione invece è l' incrocio di due pesci (o cani o gatti) della STESSA specie per fissare un determinato gene... l' ibridazione produce nella maggior parte dei casi individui sterili, mentre la selezione indebolisce la specie (vedi esempi fatti prima)... quindi secondo me non si deve incentivare questo mercato perchè si sa sempre come va a finire... l' uomo tende sempre ad esagerare... soprattutto la maggior parte degli ibridi si ottiene con la riproduzione da ormoni... quindi secondo me è una forzatura della natura... potresti dirmi che un carlino è carino ma ha difficoltà a respirare e a vivere... il gene del dalmata mi sembra di ricordare che porti una grave malattia... ma non ricordo quale[8)]
riporto sempre l' esempio dei killi perchè è quello che conosco meglio... molte specie si sono estinte e possiamo vederne solo e unicamente nelle degli acquariofili che le riproducono con passione... perchè si sono estinte? indovinate di chi è la colpa...
secondo me il ciclide artefatto è un soprammobile che non ha più niente di naturale... ecco tutto
infatti io ho solo pesci di riproduzione wild-form che sono come i loro progenitori, ma che non sono stati presi dalla natura...
spero di aver chiarito la mia posizione sull' argomento e se non fosse chiaro vi invito a dirmelo ;)
 
Amici tutti, stiamo affrontando un problema non da poco, limitarsi a dire vastissimo mi sembra (onestamente) un po’ pochino.
E’ giusto stare attenti e cercare di non uscire fuori tema con un po’ di buona volontà ed amicizia.
Il tema era, (scusate se mi ripeto):
I ciclidi da laboratorio o meglio le costruzioni genetiche per far si da ottenere hatch, mapping, cromaticità e quant’altro, fanno bene o non fanno bene ai nostri amati ciclidi e fare commercio su essi giova ad essi?
Abbiamo affrontato il problema (o almeno stiamo cercando di farlo) ed abbiamo aperto una pacifica e graziosa discussione.
Io continuo a rimanere del parere che chiunque violi la natura, fa un grosso errore, noi non siamo la natura, ma solo una piccolissima parte infinitesimale di essa, per non dire che non siamo quasi nulla di fronte ad essa, qualsiasi manipolazione genetica è errata, non abbiamo la grandezza né la capacità di poterlo fare.
Quindi dando per scontato che qualsiasi manipolazione genetica sia sbagliata, vorrei proporvi un esempio in particolare, sapete ne potrei fare mille altri ancora, ma siccome qualcuno ha parlato di cani e gatti espongo la mia esperienza:
Il nostro scopo è quello di far vivere i nostri ciclidi liberi e felici nelle nostre vasche cosa difficilissima da ottenere, ma vi espongo un altro fatto, (parliamo sempre di animali ed il fattore non cambia), io ho a casa un cane, sì, il suo nome è J.Jò Rolly, è un Royal Pug (comunemente chiamato carlino), come voi ben saprete il carlino non è mai esistito in natura, addirittura discende dal cane volte, per farvi un esempio, il cane volpe è come un setter irlandese di altezza, quindi il povero Rolly non è altro che una costruzione forzata che ha fatto l’uomo per il piacere di qualche altro uomo (ignorante naturalmente).
Oggi il mio Rolly ha 6 anni, praticamente nel pieno della sua gioventù, ebbene sì, ne dimostra 12, forse anche qualche anno in più, devo portarlo al parco in macchina e mentre tutti gli altri cani corrono e si divertono da matti, lui mi segue camminando pochissimo…in poche parole non ha la forza di gestire la sua piccola mole…questa è la dimostrazione che dove mette le mani l’uomo crea una catastrofe genetica.
Potrei anche parlare dei miei ciclidi o quelli che ho avuto, che a differenza del mio cane sono sempre stati più attivi e con tanta voglia di vivere, è possibile che tra i miei ciclidi ci siano stati ibridazioni, come può succedere a tutti, ma sicuramente se ibridazioni ci sono state, si sono verificati prima che arrivassero nelle mie vasche, sono inoltre convinto che sia naturale anche l’ibridazione stessa, ma solo quando questa si verifica in natura, cosa che succede anche adesso magari proprio in questo momento, però in natura scattano certi meccanismi che in vasca non possono assolutamente scattare, per un miliardo di motivi, la più comune è quella che quasi mai si trova la condizione ideale di un habitat reale che un qualsiasi ciclide potrebbe richiedere in natura, quindi, una cosa è l’ibridazione in natura, un’altra cosa è in cattività, quindi se ciò avviene prima ancora che vengano pescati, scattano le famose NUOVE SPECIE, cosa che tutti noi conosciamo bene.
Concludendo:
Questo mercato non va alimentato affatto, è un danneggiamento alla natura alle nostre tasche e al mondo intero.

Adesso vi allego la foto del mio J. Jò Rolly, ed anche se non è un ciclide e vi invito caldamente a dare uno sguardo ai suoi occhi, vi convincere che Rolly non è un’innocente felice.

Immagine:
2011617154039_J_Jò_Rolly.jpg



Ciao
Gioacchino.
 
teto76 ha scritto:

Il tuo ragionamento non fa una piega, ma a questo punto ti pongo una "provocazione" facendoti un mio esempio personale. Se domani vuoi vedere una banalissima tartaruga comune di terra (testudo ermanni), di fatto praticamente estinta in natura in italia, preferisci andare al museo di scienze naturali e vederla imbalsamata (o peggio solo il carapace) oppure venire a casa mia e vedere come si godono il giardino. Certo, io sono "egoista" e la tengo in cattività, masenza gli egoisti non ce ne sarebbe traccia.



Scusate, solo per non fare disinformazione, ma Testudo hermanni hermanni non è estinta in Italia, esistono ancora popolazioni vitali, in toscana, sicilia, sardegna, calabria e anche al Bosco della Mesola in Romagna.
Le tue tartarughe in giardino, come la maggior parte in cattività, forse non sono neanche della sottospecie italiana (hermanni hermanni), ma orientale (hermanni boettgeri) provenienti da Albania o Grecia.
Senza troppe difficoltà le si può ancora vedere in natura, in Italia, ma anche in Francia e Corsica.

Miles
 

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