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Ciclidi ogm

davics

Utente
Ciao a tutti, è da molto tempo che penso a questo post e stasera ci provo. Mi lancio.

Chiedo a voi cosa pensate in merito ai ciclidi ogm, ovvero quelli creati in laboratorio dall'uomo modificandone il patrimonio genetico, vuoi per creare colori accattivanti non presenti in natura (vedi aulonocara firefish) o vuoi per creare forme da zero. Non mi riferisco agli ibridi, e tanto meno alle varianti per esempio con pinne a velo che spesso vedo in negozio e che hanno problemi a nuotare bene e tanto tanto tanto meno ai pesci colorati chimicamente (che reputo maltrattamento) ma mi riferisco ovviamente a tutte le selezioni che, se così si può dire, non alterano in maniera ''invalidante'' la vita del pesce. In fin dei conti molti pesci che ospitiamo sono, volenti o no, e in modo più o meno netto ed evidente, selezionati, in alcuni casi anche profondamente. Penso anche alle cavie di laboratorio. E alla fine, anche molti cani e gatti, lo sono. Vogliamo parlare di piante,fiore e frutta? Le varietà cultivar sono tantissime e molte volte nemmeno lo sappiamo, su tutti mi vengono in mente le mele, i limoni e le banane.

L'unica cosa di cui sono certo, è che se vengono creati è perchè hanno un mercato sia che si parli di frutta che di pesci. Banalizzando e riassumendo, gli uni per rendere più ''buono'' un cibo e gli altri per rendere più ''bello'' un pesciolino da acquario.

Mi sembra che tendenzialmente però, molti ciclidofili ricerchino il wild, ritenuto bello e selvaggio, il che va contro l'etica di una acquariologia consapevole. Di contro, invece il pesce creato in laboratorio sia considerato di serie B e/o ''per inesperti capricciosi che ricercano solo il bel colore''.

Ora, se riesco, vorrei articolare il dubbio su più livelli:
1- è ''giusto'' eticamente introdurre pesci ogm? Oppure, da un secondo punto di vista, per una genia creata i morti quanti saranno? E da un terzo punto di vista, un ciclide creato in laboratorio, e prendo sempre l'a. firefish come esempio, è ''identico'' a un aulonocara naturale e sarebbe perfettamente capace di sopravvivere nel lago?
2- a livello di impatto sulla natura: sappiamo ormai che la cattura di esemplari wild ha un impatto terribile sulle popolazioni indigene anche e soprattutto per l'alta mortalità durante il trasporto. Di conseguenza, contemporanemente, forse, creare varietà accattivanti ex novo potrebbe ulteriormente aiutare a ridurre la pesca in natura dato che comunque ha mercato?
3- voi come vi comportate e cosa ne pensate, ospitate/ospitereste per esempio un aulonocara firefish?

Di mio ho idee confuse sinceramente.Possiedo acquari da ormai 10 anni (da 2 anni sono nel giro del Malawi) e ho allevato di ogni (asiatico, sudamericano, fiumi africani, pesci palla, killi e anche il marino) ma sono in difficoltà e non sono uno scienziato in grado di dare dati certi. Da sempre trovo terribili i vari pinne a velo, flower horn o red parrot ma trovo bellissime per esempio, le koi. Mi verrebbe da dire delle due l'una. In pratica facendo una auto-analisi constato che mi piacciono quelli che trovo belli e armoniosi esteticamente (vedi appunto le koi, favolosi, sgargianti ed enormi pescioni), mentre quello che per me è brutto da vedere è conseguentemente anche inaccettabile eticamente. Come vale per tutti il mio cervello trova accettabile quello che trova gradevole da vedere, e sbagliato quello che reputa brutto.

Sono molto perplesso e mi piacerebbe sentire il parere di tutti e creare una bella discussione che vada oltre le solite ''in 300l cosa posso mettere''.

PS: credo di aver sbagliato sezione, spostatelo casomai
 
Ultima modifica:
Domande molto difficili e lunghe. Cerco di rispondere velocemente senza divagare.
Di pesci OGM non ce ne sono molti, soprattutto sul mercato ornamentale, e in particolare di ciclidi non ne conosco.
I firefish che citi sono selezioni provenienti dall'accoppiamento di specie diverse e quindi non si tratta tecnicamente di OGM.

1. Per noi di AIC i pesci da allevare sono quelli delle popolazioni naturali.
2. In molti casi a impattare maggiormente sono i prelievi per fini alimentari e non quelli per il mercato ornamentale anche se in alcuni casi sembrano pesare particolarmente. Penso che una pesca controllata potrebbe portare vantaggi anche ai pescatori, ma come controllare? Comunque la maggior parte del mercato dei pesci d'acqua dolce ornamentale è di allevamento.
3. Non penso che il problema sia ospitare o no i firefish dato che sono consapevole che i nostri ciclidi in acquari si modificano dato che sono molto plastici a livello morfologico. Il problema è Ne vale la pena? Esistono così tante specie selvatiche di ciclidi? Perché selezionarle? In AIC si cerca di salvaguardare le popolazioni naturali prestando grande attenzione alla località di provenienza.

Sono riuscito a rispondere a qualcosa?
 
Non so cosa siano i ciclidi OGM e se ce ne siano in commercio.conosco invece le selezioni che sono incroci selettivi prolungati alla ricerca della esaltazione di un certo fattore che nelle intenzioni degli allevatori incontrerebbe i favori del "mercato".Personalmente io che da una vita mi dedico ai ciclidi del Malawi ,in linea con la filosofia di AIC desidero che nelle mia vasche ci siano specie che è possibile trovare nel lago.Con cio non voglio dire che le firefish o le OB siano brutte, anzi, ma non mi va di contribuire ad un mercato orientato solo all'estetica.Ci sono pesci meravigliosi nel lago che è possibile allevare e con gli strumenti che ci sono oggi (leggi mangimi specializzati) è possibile anche ottenere risultati cromaticamente eccellenti.Per quanto riguarda il discorso wild (come dice ben piu autorevolmente di me Livio) non credo sia la richiesta degli acquariofili a mettere in crisi la sopravvivenza dei ciclidi in natura(anche se ci sono specie che sarebbe bene lasciare in pace) però a forza di riproduzioni (anche consanguinee) fatalmente ci si allontana dalla linea genetica originaria per cui ogni tanto è bene...ricominciare tutto da capo (ma sarebbe bene lasciare questo compito ai grandi importatori).
 
Mi ritrovo in linea con Livio e Andrea. In passato ho allevato anche le famigerate Aulonocara OB, ma preferisco le varietà più naturali. Naturali poi fino a un certo punto, per esempio son quasi sicuro che i. Protomelas taeniolatus Namalenje, in natura, siano molto meno rossi di quelli che alleviamo in acquario. Per i wild, penso che un minimo prelievo in natura non sia generalmente un problema, evitando magari la mania del wild a tutti i costi. Anzi, per me i wild dovrebbero andare quasi tutti in mano ad allevatori professionali che metteranno in commercio i giovani riprodotti. Quanto al sopravvivere in natura, credo che, nella maggior parte dei casi, i pesci riprodotti da generazioni in cattività soccomberebbero in natura, a maggior ragione le varietà artificiali.
 
Qui troverai soprattutto persone a cui piacciono le forme "naturali" o comunque piu' vicine possibili alle wildform.
Il tema selvatici e' ampio e complesso. Ci sono effetti negativi ma anche altri che aiutano la salvaguardia ("you cannot protect something you don't know exists" cit Ivan Mikolji). Il culto del selvatico a tutti i costi no pero'... ci sono ottimi pesci che si trovano facilmente allevati
 

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