ciao a tutti!
ciao Enea!
non sbagli.
l'attività medica prevede un percorso che va dall'anamnesi (raccolta della "storia") ad una diagnosi con relativa prognosi e terapia.
fornire una cura senza seguire questo percorso è, non solo deontologicamente poco lecito, ma poco serio e potenzialmente pericoloso.
purtroppo in campo acquariofilo ci si basa sull'esperienza e sui consigli altrui ma da quel momento in poi si passa all'uso di sostanze terapeutiche che possono essere anche molto pericolose (l'attività cancerogena della formaldeide, per esempio)
essere un medico veterinario comporta (o almeno dovrebbe comportare) una visione d'insieme sulla malattia, sulla sua cura, sull'ecologia del soggetto colpito, sui potenziali effetti collaterali della cura e sui potenziali rischi da essa derivanti.
ovvio che non tutti i colleghi veterinari hanno una conoscenza in campo ittico...
vi immaginate come mi sentirei (e che responsabilità avrei) se, dopo aver proposto una qualche cura, l'acquariofilo ne traesse un danno solo perchè non avrei seguito personalmente il caso o, altrettanto grave, per un errore di diagnosi perchè il tutto sarebbe magari basato su uno scambio di mail?
e questo è un ragionamento che farei anche se l'acquariofilo fosse un medico (umano), quanto meno non darei per scontata la situazione.
è ovvio che come non vi cimentate nella cura del vostro cane malato senza cercare un veterinario, altrettanto si dovrebbe fare per i pesci d'acquario e mi rendo conto che in Italia non so se troverei una decina di colleghi in grado di farlo seriamente.
per non parlare del fatto che non abbiamo la cultura (come acquariofili) per farlo.
ma qui entriamo in un campo di discussione troppo vasto che vorrei evitare di aprire...
però... ci penso e cerco una mediazione o, in contemporanea, se avete idee...