scottbi
Utente
In questi due primi anni di esperienza con i ciclidi del lago Malawi (principalmente Mbuna) ho avuto modo di vedere (purtroppo mai dal vivo) parecchie riproduzioni con conseguente rilascio di avannotti in vasca. Alcuni di loro sono riusciti a sopravvivere e si sono aggiunti agli altri, altri sono stati venduti e altri ancora, la maggioranza, sono periti.
Di recente ho visto entrambe le femmine di Labidochromis hongi con la gola gonfia di giovani avannotti e quindi ho deciso di iniziare ad utilizzare anche una vasca di accrescimento a loro dedicata. Non avendo altro spazio in casa (dictat familiare), l’unica soluzione percorribile rimaneva la cantina, che però, come spesso accade, era già quasi prossima alla sua capienza massima. Dopo un po’di pulizia generica e di ripristino dell’ordine, sono riuscito ad individuare una nicchia ancora inutilizzata, che però, date le misure anomale (57lx35px44h), precludeva l’acquisto di una nuova vasca in vetro (una soluzione su misura mi sarebbe costata un’esagerazione e non volevo spendere tanti soldi per un esperimento). Ecco quindi che l’unica alternativa disponibile si è rivelata il “fai da te”.
Prima fase pianificazione delle principali esigenze. Queste sono le mie: recuperare quanto più materiale già in mio possesso e minimizzare i costi di gestione.
Gli elementi indispensabili di cui necessito sono: vasca, filtro, illuminazione, riscaldatore e allestimento.
Inizio subito col dire che per gli ultimi due è stato un gioco da ragazzi: un riscaldatore con una potenza di 50W (subito trovato nel mercato dell’usato) e una decina di raccordi idraulici in PVC (di forme varie) del diametro di 5cm (ottimi come tane per i pesci e facili da rimuovere nelle fasi sia di pulizia sia di selezione degli esemplari).
Per quanto riguarda la vasca e date le misure vincolanti a disposizione, ho optato per un contenitore in plastica (con coperchio) da 65 litri di una nota catena svedese, con l’intenzione di riempirlo fino a 50. Per agevolare i ricambi periodici dell’acqua (20%) ho innanzitutto segnato la vasca con tacche ogni 10 litri, più una finale che indica i 55 (non si sa mai).
Ho poi creato una base alta circa 2,5cm con 4 assi di legno di recupero al cui interno ho ritagliato un rettangolo di polistirolo della medesima altezza.
Tale accortezza è dovuta al fatto che vivo a Torino e mentre in estate non avrò sicuramente problemi con la temperatura dell’acqua (la cantina mitiga abbastanza le temperature esterne), questi si presenteranno sicuramente in inverno. Da qui l’esigenza di provvedere anche ad un minimo isolamento della vasca: meno entrerà in funzione il riscaldatore nei mesi più freddi e meno soldi spenderò inutilmente in energia elettrica.
Ho quindi ritagliato su misura il polistirolo da 2,5mm e l’ho inserito nelle anse laterali del contenitore con del nastro biadesivo.
Inoltre, dato che la base non è a filo, ma poggia su quattro piedi di plastica ho ritagliato su misura un altro foglio di polistirolo è l’ho inserito nello spazio vuoto. In questo caso il polistirolo sporge dai piedi, ma il peso della vasca piena lo appiattirà verso la base formando un unico strato isolante con essa.
Con riferimento alle pareti, la soluzione più rapida, economica e semplice che ho individuato (in inverno vi aggiornerò anche sulla sua effettiva efficacia) è stata quella di applicare sul lato posteriore e sui due laterali un rivestimento isolante termoacustico per cassonetti delle tapparelle dello spessore di 3mm.
La lunghezza del rotolo (3m) mi ha consentito di applicarne 2 strati (quindi 6mm di isolante) e solamente uno sul coperchio.
Si tratta di un lavoro che porta via al massimo 30 minuti poiché il rivestimento è adesivo e quindi facilmente applicabile. Per scrupolo personale ho anche temporaneamente circondato la vasca con 2 cinghie in trazione: in questo modo spero di rafforzare l’effetto adesivo del rivestimento sulle superfici di plastica della vasca.
Il filtro ha richiesto invece un po’ più di riflessione, ma alla fine ho scelto di recuperare un vecchio aeratore da 1,8l/min (3W) e di utilizzarlo per alimentare un sistema di filtraggio ad aria. Su internet c’è una scelta enorme di modelli, io ne ho acquistato uno a doppia spugna (così potrò pulirle alternativamente, lasciando sempre un numero adeguato di batteri nitrificanti) provvisto anche di 2 piccoli contenitori di plastica dove ho alloggiato i cannolicchi siporax provenienti dalla vasca principale.
Per l’illuminazione ho optato per una barra led smd 2835 da 2,5W, waterproof (IP67) e lunga 50cm, più che sufficiente per le mie esigenze di illuminazione (non essendo presenti piante). Inoltre questa soluzione mi ha permesso di appoggiarla direttamente sopra le rientranze laterali, fissandola alle pareti con due semplici spessori di polistirolo. Che dire: sembra che la vasca sia stata ideata apposta per questo!
Al fine di accelerare la formazione dei batteri nitrificanti ho riempito la vasca con 20 litri di acqua proveniente dal mio acquario e 30 litri di acqua nuova. Inoltre, come ho già accennato, ho prelevato alcuni cannolicchi dal filtro e li ho inseriti in quello nuovo.
Gli ultimi accorgimenti sono stati un timer giornaliero meccanico e una mangiatoia automatica (fino a 3 pasti al giorno) che mi servirà per sfamare i nuovi inquilini. Non resta quindi che collegare il tutto alla rete elettrica ed ecco il risultato:
Le ultime parole le riservo ai costi. Il consumo complessivo di energia elettrica con tutti i componenti in funzione è pari a 56W che scendono a 8W quando smette di funzionare il riscaldatore. Preciso inoltre che l’illuminazione sarà regolata da un timer e durerà 10 ore al giorno. Per tutti i componenti mancanti ho speso in totale 76 euro, questa la distribuzione:
Con questo è veramente tutto: come sempre i suggerimenti sono sempre ben accetti.
Di recente ho visto entrambe le femmine di Labidochromis hongi con la gola gonfia di giovani avannotti e quindi ho deciso di iniziare ad utilizzare anche una vasca di accrescimento a loro dedicata. Non avendo altro spazio in casa (dictat familiare), l’unica soluzione percorribile rimaneva la cantina, che però, come spesso accade, era già quasi prossima alla sua capienza massima. Dopo un po’di pulizia generica e di ripristino dell’ordine, sono riuscito ad individuare una nicchia ancora inutilizzata, che però, date le misure anomale (57lx35px44h), precludeva l’acquisto di una nuova vasca in vetro (una soluzione su misura mi sarebbe costata un’esagerazione e non volevo spendere tanti soldi per un esperimento). Ecco quindi che l’unica alternativa disponibile si è rivelata il “fai da te”.
Prima fase pianificazione delle principali esigenze. Queste sono le mie: recuperare quanto più materiale già in mio possesso e minimizzare i costi di gestione.
Gli elementi indispensabili di cui necessito sono: vasca, filtro, illuminazione, riscaldatore e allestimento.
Inizio subito col dire che per gli ultimi due è stato un gioco da ragazzi: un riscaldatore con una potenza di 50W (subito trovato nel mercato dell’usato) e una decina di raccordi idraulici in PVC (di forme varie) del diametro di 5cm (ottimi come tane per i pesci e facili da rimuovere nelle fasi sia di pulizia sia di selezione degli esemplari).
Per quanto riguarda la vasca e date le misure vincolanti a disposizione, ho optato per un contenitore in plastica (con coperchio) da 65 litri di una nota catena svedese, con l’intenzione di riempirlo fino a 50. Per agevolare i ricambi periodici dell’acqua (20%) ho innanzitutto segnato la vasca con tacche ogni 10 litri, più una finale che indica i 55 (non si sa mai).
Ho poi creato una base alta circa 2,5cm con 4 assi di legno di recupero al cui interno ho ritagliato un rettangolo di polistirolo della medesima altezza.
Tale accortezza è dovuta al fatto che vivo a Torino e mentre in estate non avrò sicuramente problemi con la temperatura dell’acqua (la cantina mitiga abbastanza le temperature esterne), questi si presenteranno sicuramente in inverno. Da qui l’esigenza di provvedere anche ad un minimo isolamento della vasca: meno entrerà in funzione il riscaldatore nei mesi più freddi e meno soldi spenderò inutilmente in energia elettrica.
Ho quindi ritagliato su misura il polistirolo da 2,5mm e l’ho inserito nelle anse laterali del contenitore con del nastro biadesivo.
Inoltre, dato che la base non è a filo, ma poggia su quattro piedi di plastica ho ritagliato su misura un altro foglio di polistirolo è l’ho inserito nello spazio vuoto. In questo caso il polistirolo sporge dai piedi, ma il peso della vasca piena lo appiattirà verso la base formando un unico strato isolante con essa.
Con riferimento alle pareti, la soluzione più rapida, economica e semplice che ho individuato (in inverno vi aggiornerò anche sulla sua effettiva efficacia) è stata quella di applicare sul lato posteriore e sui due laterali un rivestimento isolante termoacustico per cassonetti delle tapparelle dello spessore di 3mm.
La lunghezza del rotolo (3m) mi ha consentito di applicarne 2 strati (quindi 6mm di isolante) e solamente uno sul coperchio.
Si tratta di un lavoro che porta via al massimo 30 minuti poiché il rivestimento è adesivo e quindi facilmente applicabile. Per scrupolo personale ho anche temporaneamente circondato la vasca con 2 cinghie in trazione: in questo modo spero di rafforzare l’effetto adesivo del rivestimento sulle superfici di plastica della vasca.
Il filtro ha richiesto invece un po’ più di riflessione, ma alla fine ho scelto di recuperare un vecchio aeratore da 1,8l/min (3W) e di utilizzarlo per alimentare un sistema di filtraggio ad aria. Su internet c’è una scelta enorme di modelli, io ne ho acquistato uno a doppia spugna (così potrò pulirle alternativamente, lasciando sempre un numero adeguato di batteri nitrificanti) provvisto anche di 2 piccoli contenitori di plastica dove ho alloggiato i cannolicchi siporax provenienti dalla vasca principale.
Per l’illuminazione ho optato per una barra led smd 2835 da 2,5W, waterproof (IP67) e lunga 50cm, più che sufficiente per le mie esigenze di illuminazione (non essendo presenti piante). Inoltre questa soluzione mi ha permesso di appoggiarla direttamente sopra le rientranze laterali, fissandola alle pareti con due semplici spessori di polistirolo. Che dire: sembra che la vasca sia stata ideata apposta per questo!
Al fine di accelerare la formazione dei batteri nitrificanti ho riempito la vasca con 20 litri di acqua proveniente dal mio acquario e 30 litri di acqua nuova. Inoltre, come ho già accennato, ho prelevato alcuni cannolicchi dal filtro e li ho inseriti in quello nuovo.
Gli ultimi accorgimenti sono stati un timer giornaliero meccanico e una mangiatoia automatica (fino a 3 pasti al giorno) che mi servirà per sfamare i nuovi inquilini. Non resta quindi che collegare il tutto alla rete elettrica ed ecco il risultato:
Le ultime parole le riservo ai costi. Il consumo complessivo di energia elettrica con tutti i componenti in funzione è pari a 56W che scendono a 8W quando smette di funzionare il riscaldatore. Preciso inoltre che l’illuminazione sarà regolata da un timer e durerà 10 ore al giorno. Per tutti i componenti mancanti ho speso in totale 76 euro, questa la distribuzione:
Con questo è veramente tutto: come sempre i suggerimenti sono sempre ben accetti.