Matteo Noè
Utente
Buongiorno a tutti.
Ho deciso di aprire questa discussione dopo aver letto quella di exo62, parla del lago di Mergozzo, della fauna lombarda e mi ha fatto tornare alla mia infanzia. Parlerò di esperienze risalenti a 20-25 anni fa quando ero bambino e quando nacque il mio amore per i pesci.
Allora come poi per tutta la vita, si trattasse di osservarli nell'acquario, nel laghetto che all'età di 15 anni scavai (e di cui magari in seguito parlerò) con le mie mani e l'immancabile badile o di pescarli in ogni modo e in ogni luogo, torrente, fiume, lago o mare ha sempre avuto poco importava, l'unica cosa che contava erano loro, i PESCI!!
Sono nato nelle campagne del sud-ovest milanese in una famiglia di agricoltori e ho trascorso la mia infanzia scorrazzando per i campi di mio padre e stando a mollo nei fossi.
Capitava a volte quando mi trovavo in cascina di vedere qualche pesce rosso nel fosso in mezzo alla corte.
Quando accadeva un cugino di mio papà, Ernesto abilissimo pescatore e bracconiere di grande esperienza li pescava per me, in un modo che ancora oggi non sono riuscito a spiegarmi, prendeva il badile, poi dando con lo stesso uno schiaffo violento all'acqua vicino al pesce in questione lo stordiva e lo risucchiava sul badile stesso poi risollevandolo di scatto, lanciava il pesce sulla riva dove io ero in agguato pronto a recuperarlo. Non ci crederete ma non sbagliava un colpo nonostante ai tempi non fosse più un giovanotto!!
Ma eccoci al punto, quando io avevo circa 7-8 anni, mio padre uomo tuttofare, si chiuse in cantina e saldando degli angolari in ferro prima e incollando i 5 vetri poi, costruì il mio primo acquario.
Me lo ricordo bene vetri di 4mm e profili rossi, di 1cm direi, con una capacità di 30-35 litri.
In questo acquarietto andavano a finire i pesci rossi che riuscivo ad acchiappare, inizialmente tenevo solo i pesci, senza nessun tipo di arredamento, filtro, pompa o aeratore. I malcapitati li catturavo, li mettevo in vasca e dopo qualche giorno li rilasciavo in libertà, dove li avevo presi. Successivamente mi evolvetti attrezzandomi di un aeratore a batteria di quelli che si usano per ossigenare l'acqua nel secchio del "vivo", ovvero le esche vive, i pescetti esca per pescare i lucci, di solito triotti, una specie autoctona delle acque italiane ed europee. Allora grazie a quella novità provai a tenere più a lungo i pesci in vasca, cambiando l'acqua ogni tanto e provando ad alimentarli, inizialmente con delle briciole di pane poi con del mangime in scaglie comprato sul mercato .
Dentro a questa vaschetta in seguito provai ad inserire, carassi (che è poi il pesce rosso senza rosso, anche se più di uno acqusì il colore vivendo in acquario, forse grazie all'alimentazione), vari pesci rossi che tra l'altro potevano essere rossi, neri, rosso-neri, gialli o giallo-neri, dei MERAVIGLIOSI "gobbi" (nome dialettale milanese del persico sole) e delle gambusie (questo è un pesce dal nome dialettale non elegantissimo, cioè "mangiamerda ", che penso sia parente se non membro della famiglia dei poecillidi).
CARASSIO E PESCE ROSSO
continua....
Ho deciso di aprire questa discussione dopo aver letto quella di exo62, parla del lago di Mergozzo, della fauna lombarda e mi ha fatto tornare alla mia infanzia. Parlerò di esperienze risalenti a 20-25 anni fa quando ero bambino e quando nacque il mio amore per i pesci.
Allora come poi per tutta la vita, si trattasse di osservarli nell'acquario, nel laghetto che all'età di 15 anni scavai (e di cui magari in seguito parlerò) con le mie mani e l'immancabile badile o di pescarli in ogni modo e in ogni luogo, torrente, fiume, lago o mare ha sempre avuto poco importava, l'unica cosa che contava erano loro, i PESCI!!
Sono nato nelle campagne del sud-ovest milanese in una famiglia di agricoltori e ho trascorso la mia infanzia scorrazzando per i campi di mio padre e stando a mollo nei fossi.
Capitava a volte quando mi trovavo in cascina di vedere qualche pesce rosso nel fosso in mezzo alla corte.
Quando accadeva un cugino di mio papà, Ernesto abilissimo pescatore e bracconiere di grande esperienza li pescava per me, in un modo che ancora oggi non sono riuscito a spiegarmi, prendeva il badile, poi dando con lo stesso uno schiaffo violento all'acqua vicino al pesce in questione lo stordiva e lo risucchiava sul badile stesso poi risollevandolo di scatto, lanciava il pesce sulla riva dove io ero in agguato pronto a recuperarlo. Non ci crederete ma non sbagliava un colpo nonostante ai tempi non fosse più un giovanotto!!
Ma eccoci al punto, quando io avevo circa 7-8 anni, mio padre uomo tuttofare, si chiuse in cantina e saldando degli angolari in ferro prima e incollando i 5 vetri poi, costruì il mio primo acquario.
Me lo ricordo bene vetri di 4mm e profili rossi, di 1cm direi, con una capacità di 30-35 litri.
In questo acquarietto andavano a finire i pesci rossi che riuscivo ad acchiappare, inizialmente tenevo solo i pesci, senza nessun tipo di arredamento, filtro, pompa o aeratore. I malcapitati li catturavo, li mettevo in vasca e dopo qualche giorno li rilasciavo in libertà, dove li avevo presi. Successivamente mi evolvetti attrezzandomi di un aeratore a batteria di quelli che si usano per ossigenare l'acqua nel secchio del "vivo", ovvero le esche vive, i pescetti esca per pescare i lucci, di solito triotti, una specie autoctona delle acque italiane ed europee. Allora grazie a quella novità provai a tenere più a lungo i pesci in vasca, cambiando l'acqua ogni tanto e provando ad alimentarli, inizialmente con delle briciole di pane poi con del mangime in scaglie comprato sul mercato .
Dentro a questa vaschetta in seguito provai ad inserire, carassi (che è poi il pesce rosso senza rosso, anche se più di uno acqusì il colore vivendo in acquario, forse grazie all'alimentazione), vari pesci rossi che tra l'altro potevano essere rossi, neri, rosso-neri, gialli o giallo-neri, dei MERAVIGLIOSI "gobbi" (nome dialettale milanese del persico sole) e delle gambusie (questo è un pesce dal nome dialettale non elegantissimo, cioè "mangiamerda ", che penso sia parente se non membro della famiglia dei poecillidi).
CARASSIO E PESCE ROSSO
continua....