Negli ultimi anni una botta di nostalgia, dovuta all'età che avanza, mi ha fatto tornare ad apprezzare alcuni Classici intramontabili ai quali sono legato da ricordi che mi riportano agli inizi della mia passione verso i Ciclidi.
Mikrogeophagus ramirezi, lo vidi la prima volto quando ero ancora adolescente, mi colpì molto per i colori vari e delicati, ma optai per una coppia di Hemichromis e lì fu la svolta decisiva verso l'Africa!
Qualche mese fa ho trovato finalmente degli esemplari abbastanza naturali e di buona qualità e ne ho presi (per la prima volta!) un paio di coppiette.
Labidochromis caeruleus, indubbiamente sono pochi i pesci d'acqua dolce che abbiano un colore così vivo e uniforme. Lo vidi la prima volta all'inizio degli anni 90 in un grandissimo e bellissimo negozio durante il mio primo viaggio a Londra (potevo non andare a cercare i negozi di acquari?!) nel quartiere di Elephant & Castle, dove costava una follia, se ricordo bene intorno alle 100 sterline e si diceva venisse dal Tanganica! Dopo 5-6 anni era già abbastanza diffuso e il prezzo era calato parecchio (oltre ad essersi chiarita la sua provenienza dal Malawi) e lo acquistai nel corso della mia prima visita ad un congresso dell'Associazione Francese Ciclidofili (AFC) a Frangy con l'amico Luca Amadesi,
Dopo quegli anni non l'ho più allevato fino all'anno scorso quando ne ho visti di bellissimi nella serra di Nicolò (Kiolab).
Aulonocara stuartgranti "Cobuè", anche questo è un pesce che mi riporta alle prime escursioni all'estero quando da noi, in Italia, non c'era nulla o quasi, in cerca di specie di cui si trovavano solo sporadiche informazioni su libri o riviste straniere.
Questa variante geografica la vidi la prima volta in una vasca da esposizione dell'allora mitico Verduijn Cichlids in uno stand della grandissima fiera Interzoo di Norimberga dove andai, sempre nei primi anni 90 con l'amico Girgio Melandri (tessera AIC n°1!) e dove conobbi il grande Fabione Callegari che, con l'amico Mauro Ceppi, si affannava a cercare di convincere il titolare a cedergli delle grossissime (e grigissime!) Aulonocara rostratum. Io fui più attratto da un'altra vasca dove c'erano questa bellissimo pesce blu con le pinnette ventrali rosse e l'appariscente Auloncara "Eureka" rossa di cui al tempo si favoleggiava. Allora non avevo le idee chiare e mi lasciai attirare dal pesce tarocco che acquistai insieme ad una coppia di borleji Kadango. Dell'imbarazzante viaggio di ritorno in treno con l'enorme box di polistirolo da cui ogni tanto proveniva uno strano sciabordio dell'acqua e che suscitava gli sguardi incuriositi e preoccupati degli altri viaggiatori ancora ridiamo!
Delle Cobuè, però, in fondo mi era sempre rimasta la voglia e di ritorno dall'ultimo congresso di Pisa, un paio di settimane fa, ne ho viste di bellissime, sia per colori che forma, nate a Noceto Bay (Koilab) e, nonostante il proposito di non prendere nuovi pesci, non ho potuto resistere ed eccole qua, sguazzare in una mia vasca multietnica.
Mikrogeophagus ramirezi, lo vidi la prima volto quando ero ancora adolescente, mi colpì molto per i colori vari e delicati, ma optai per una coppia di Hemichromis e lì fu la svolta decisiva verso l'Africa!
Qualche mese fa ho trovato finalmente degli esemplari abbastanza naturali e di buona qualità e ne ho presi (per la prima volta!) un paio di coppiette.
Labidochromis caeruleus, indubbiamente sono pochi i pesci d'acqua dolce che abbiano un colore così vivo e uniforme. Lo vidi la prima volta all'inizio degli anni 90 in un grandissimo e bellissimo negozio durante il mio primo viaggio a Londra (potevo non andare a cercare i negozi di acquari?!) nel quartiere di Elephant & Castle, dove costava una follia, se ricordo bene intorno alle 100 sterline e si diceva venisse dal Tanganica! Dopo 5-6 anni era già abbastanza diffuso e il prezzo era calato parecchio (oltre ad essersi chiarita la sua provenienza dal Malawi) e lo acquistai nel corso della mia prima visita ad un congresso dell'Associazione Francese Ciclidofili (AFC) a Frangy con l'amico Luca Amadesi,
Dopo quegli anni non l'ho più allevato fino all'anno scorso quando ne ho visti di bellissimi nella serra di Nicolò (Kiolab).
Aulonocara stuartgranti "Cobuè", anche questo è un pesce che mi riporta alle prime escursioni all'estero quando da noi, in Italia, non c'era nulla o quasi, in cerca di specie di cui si trovavano solo sporadiche informazioni su libri o riviste straniere.
Questa variante geografica la vidi la prima volta in una vasca da esposizione dell'allora mitico Verduijn Cichlids in uno stand della grandissima fiera Interzoo di Norimberga dove andai, sempre nei primi anni 90 con l'amico Girgio Melandri (tessera AIC n°1!) e dove conobbi il grande Fabione Callegari che, con l'amico Mauro Ceppi, si affannava a cercare di convincere il titolare a cedergli delle grossissime (e grigissime!) Aulonocara rostratum. Io fui più attratto da un'altra vasca dove c'erano questa bellissimo pesce blu con le pinnette ventrali rosse e l'appariscente Auloncara "Eureka" rossa di cui al tempo si favoleggiava. Allora non avevo le idee chiare e mi lasciai attirare dal pesce tarocco che acquistai insieme ad una coppia di borleji Kadango. Dell'imbarazzante viaggio di ritorno in treno con l'enorme box di polistirolo da cui ogni tanto proveniva uno strano sciabordio dell'acqua e che suscitava gli sguardi incuriositi e preoccupati degli altri viaggiatori ancora ridiamo!
Delle Cobuè, però, in fondo mi era sempre rimasta la voglia e di ritorno dall'ultimo congresso di Pisa, un paio di settimane fa, ne ho viste di bellissime, sia per colori che forma, nate a Noceto Bay (Koilab) e, nonostante il proposito di non prendere nuovi pesci, non ho potuto resistere ed eccole qua, sguazzare in una mia vasca multietnica.