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Stagionalità nell'allevamento

Salve a tutti, questo è il mio primo topic fatta eccezione per quello di presentazione.
Vorrei porre l'attenzione su un aspetto riguardante l'allevamento dei ciclidi americani.
Quando sono andato da Gianni alle Onde...abbiamo parlato (in realtà era lui che parlava a me, io stavo solo a sentire) di valori dell'acqua...
In pratica lui sosteneva che l'animali acidofilo, se tenuto sempre a valori che sfiorano il lower-bound del suo range di tollerabilità...lo si "brucia" presto, accelerando il suo metabolismo, la sua capacità riproduttiva (ripro ogni 15gg o giù di lì..) e di conseguenza accorciando la sua vita media.
Questa cosa mi ha fatto riflettere e ho messo in pratica quest'idea nella vasca degli Apistogramma trifasciata.
La descrizione della vasca con foto (sfocata) annessa la trovate nel post di presentazione con una breve descrizione.
La vasca è stata allestita a Marzo 2010...e fino a Ottobre 2010 i valori erano ph 5 e durezza NULLA (praticamente una vasca di sola RO filtrata con torba). I cambi d'acqua erano fatti con 5 litri di acqua di RO precedentemente bollita insieme a un pugnetto di torba, per abbassarne e stabilizzarne il ph.
Con questo metodo gli animali hanno sempre mangiato e si sono sempre riprodotti bene...poi da novembre ho deciso di aumentare di poco la durezza e il ph portandolo GRADUATAMENTE a 6,5 e durezza sui 5-6 gradi e in contemporanea ho diminuito la temperatura a 24° (prima erano a 26°C).
Le riproduzioni sono sono fermate e i pesci (la coppia soltanto si divide la vasca, non ci sono altri coinquilini) sembrano star benone, sia come livrea che come comportamento, che come appetito. Ora sto ricominciando ad aumentare la torba e a eliminare l'acqua di rubinetto dai cambi, in modo da abbassare tutti i valori di nuovo e vedere se ricominciano a deporre.

Questo discorso secondo voi è sensato?
Per alcuni pesci è così...anzi devono proprio sentire "la stagione" per riprodurre, ma non so se per i ciclidi in questione sia un cosa giusta....voi che ne dite?
Che io sappia i trifasciata sono originari del Rio Paranà..più di questo non so...
 
come ti dicevo in msn, in alcuni casi è fattibile (alcuni ciclidi nani), in altri non può essere fatto come ad esempio scalari e discus che sotto determinate t° iniziano a soffrire con rischio malattie, in altri ancora è quasi obbligatorio, ad es. i gymnogeophagus che hanno bisogno di un periodo invernale di freddo e t° molto basse.
per restare nel caso ciclidi nani, già con gli apistogramma borelli fai più fatica a fare un discorso stagionalità, dovresti scendere di molto con le t°, li ho riprodotti sia a ph 6,5 con t°26/27 che a ph 7,2 con t° 22/23.
 
Questo discorso secondo voi è sensato?

Il discorso è sensatissimo, direi. Anzi credo che sia uno degli aspetti più interessanti nell'allevamento in cattività. Purtroppo i ciclidi sono molto "permissivi" e riproducono sempre in, quasi. ogni condizione. Dico purtroppo perché in questo modo si è trascurato un aspetto ecologico importante che sarebbe tornato buono per specie difficili da riprodurre (e.g. ciclidi malgasci). In altri gruppi (cobitidi e balitoridi), questa è l'unica via percorribile

Per alcuni pesci è così...anzi devono proprio sentire "la stagione" per riprodurre, ma non so se per i ciclidi in questione sia un cosa giusta....voi che ne dite?

Tutte le specie tropicali riproducono, in natura, in determinati periodi dell'anno e solo in quelli (c'è variabilità ma dipende dalle condizioni climatiche generali), ciò non solo per opportunità ecologica (maggiore disponibilità di cibo per i piccoli, valori chimico-fisici permissivi per il corretto sviluppo della prole ecc), ma anche e sopratutto per per esigenze fisiologiche. L'esempio che amo di più è quello dei discus. In cattività fanno 200 uova per riproduzione (che magari avviene anche ogni mese), mentre in natura dove riproducono una o due volte l'anno ne fanno il doppio. Maggior numero di uova meno covate, più cure parentali, comportamenti più sani. In natura se fanno 400 uova le covate mangiate dai genitori sono poche, diciamo che quello di mangiare le proprie uova è un comportamento, anche se non abberrante, comunque molto raro. In acquario è invece la prassi, è ovvio che questo avviene per diversi motivi, ma il fatto che ne facciano poche perché sotto riproduzione spinta sicuramente non aiuta.
 
Ti ringrazio molto per la risposta....ora non mi resta che capire su quale range giocare e in che stagione...ad esempio "a occhio" ho supposto
precipitazioni => acqua piovana => abbassamento conducibilità&ph => riproduzione il tutto in concomitanza con un lieve aumento di T...è giusto?
Oppure le piogge vanno a diminuire la temperatura?

È chiaro che è un discorso che andrebbe portato avanti con un diario di bordo e dei dati raccolti per poi interpretarli, solo che volevo anche una vostra opinione perchè chiaramente quando si sperimenta si va un pò alla cieca...e un minimo di ragionamento sopra mi impedirebbe magari di falciare pesci che non vorrei uccidere...

Come hai detto tu si potrebbe portare avanti il discorso anche legandolo all'alimentazione...in questo senso è giusto pensare pioggia=>più acqua => più vita => più crostacei&cibo vivo per i pesci?
 

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Numero 3/2024

• Raccogliendo Pelvicachromis kribensis di Michel Keijman e Uwe Werner
• La storia di Apistogramma nijsseni di Livio Leoni
• I ciclidi nani del lago Tanganica di Giorgio Melandri


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