Ciao,
Stamattina chiacchierata botanica. Una botanica "spiccia" dedicata ad un genere di piante le Encephalartos su cui ho posato gli occhi dopo alcuni messaggi scambiati con Miles. Adunque:
ll genere è stato nominato dal botanico tedesco Johann Georg Christian Lehmann, nel 1834.
Encephalartos è un genere - il termine è virgolettato appositamente - di "Cycas" (Fam. Cycadaceae) originario dell'Africa, diverse specie di tale pianta sono comunemente indicate come alberi del pane, palme da pane o pane kaffir, poiché un alimento amidaceo simile al pane può essere preparato dal centro del gambo. In termini evolutivi sono fra le gimnosperme (piante che producono semi non protetti da un ovario) viventi più primitive. Tutte le specie sono in pericolo, l'intero genere è elencato nell'appendice I della CITES (ne è vietato il commercio internazionale tranne che per alcuni motivi non commerciali, come la ricerca scientifica).
Molte delle specie possiedono tronchi robusti. I coni (sostanzialmente le grosse, caratteristiche, “infiorescenze”) maschili sono allungati e possono apparire tre o quattro alla volta. I coni femminili sono, solitamente ma non necessariamente, portati singolarmente e possono pesare alcune decine di chili. In diverse specie il midollo del tronco contiene una copiosa quantità di amido di alta qualità a suo tempo era usato dai nativi come cibo. I loro grandi semi sono costituiti da un nocciolo spesso velenoso coperto da uno strato carnoso commestibile Molti animali (scimmie, uccelli, roditori) se ne nutrono, ma a causa delle loro imprevedibili qualità tossiche non sono raccomandati per il consumo umano.
Essendo noto lo stato di “critically endangered” di praticamente tutto il genere mi focalizzerò (sulla carta non ho avuto occasione di vederla dal vivo) sul
Encephalartos woodii (il cui nome onora John Medley Wood, curatore del Durban Botanic Garden e direttore del Natal Government Herbarium of South Africa, che scoprì la pianta nel 1895) che ha un "trascorso" assolutamente singolare.
E. woodi è simile ad una palma: può raggiungere un'altezza di 6 metri, il tronco ha un diametro di circa 30-50 centimetri è il più spesso nella parte inferiore e sormontato da una corona di 50-150 foglie. Le foglie sono lucide e verde scuro, lunghe 150-250 centimetri e carenate con 70-150 foglioline, le foglioline falcate (a forma di falce) sono lunghe 13-15 centimetri e larghe 20-30 millimetri. E. woodii è dioica (quindi ha piante maschili e femminili separate) tuttavia,
nessuna pianta femmina è mai stata scoperta.
A tal proposito
alcune autorità del settore considerano E. woodii non una vera specie, ma piuttosto un mutante di E. natalensis o un relitto di qualche altra specie. Altri ancora considerano questa pianta un ibrido naturale tra E. natalensis ed E. ferox.
Le uniche piante selvatiche conosciute di E. woodii erano un gruppo di quattro steli di una pianta scoperta da Wood nel 1895 in una piccola area della foresta di Noya, ora conosciuta con il suo nome Zulu di oNgoye (KwaZulu-Natal, in Sud Africa). Un offset basale degli steli principali fu rimosso e inviato a Kew Gardens nel 1899. Tre offset basali furono successivamente rimossi e piantati nei giardini botanici di Durban. In una spedizione del 1907, Wylie raccolse due degli steli più grandi e notò che dei restanti due, uno di loro (il più grande dei quattro steli originali) era gravemente mutilato e non si aspettava che sopravvivesse. Nel 1912 c'era solo un tronco alto 3 metri rimasto in natura, e nel 1916, il Dipartimento Forestale organizzò la rimozione e l'invio all’orto botanico governativo di Pretoria, si pensa che questo tronco sia morto successivamente nel 1964.
Sebbene estinti in natura (EW, secondo ala classificazione CITES), gli esemplari di E. woodii si trovano in molti giardini botanici, istituzioni e collezioni in tutto il mondo (circa 500 individui esistenti, tutti cloni dell’esemplare originale). Tra gli esemplari “europei” va menzionato, almeno, quello presente all'Orto Botanico di Napoli (anche se questo esemplare, secondo alcuni, potrebbe essere morto).
Non sono mai stati trovati - in natura - altri esemplari di E. woodii, quindi tutti gli esemplari conosciuti sono cloni dell'unica pianta maschio conosciuta, che è stata completamente rimossa dalla natura. Per questi motivi, la pianta è considerata estinta in natura.
Encephalartos woodii (come nel caso di tutti i membri del genere Encephalartos), è protetto dalla legislazione nazionale e internazionale: In Sud Africa è necessario un permesso da parte delle strutture di tutela ambientale per spostare, vendere, acquistare, donare, ricevere, coltivare e vendere flora in via di estinzione e possedere cicadee adulte, tale dettato si applica, ovviamente, anche alle Encephalartos. Il materiale raccolto in natura non può essere commercializzato. Ogni singola pianta di Encephalartos coltivata artificialmente (o pezzo di pianta, cono, polline o seme) per essere trasportato oltre un confine internazionale richiede un permesso di esportazione CITES rilasciato dall'autorità del paese esportatore e un permesso di importazione CITES rilasciato dall'autorità del paese importatore.
Nel dettaglio gli orti botanici sud-africani che trattano (allevano e vendono a caro prezzo) piante del genere Encephalartos rilasciano all’atto dell’acquisto una sorta di “permesso temporaneo di detenzione” della durata di 60 giorni lasso di tempo durante il quale l’acquirente dovrà esplicitare, alle competenti autorità, il possesso della tale pianta (indicando genere e specie).
Per strano che possa sembrare la biblioteca (aperta al pubblico per la vendita) dell’Orto Botanico di Pretoria non disponeva di un libro (e neppure di un semplice opuscolo) esplicativo su un simile “tesoro botanico”!!! Ci sono rimasto molto male e come fonte di informazione mi sono risolto, anche per motivi di praticità, a fare affidamento su Wikipedia (come spesso mi accade).
Ed ora, come d'uso, il Photo-addendum (immagini scattate all'Orto Botanico di Pretoria, nell'agosto scorso):
- 01 - Encephalartos sp.
- 02 – Coni e semi
- 03 – Cono in dettaglio
- 04 – Cono di Encephalartos lebomboensis,
- 05 - Encephalartos lehmmannii,
- 06 - Encephalartos altensteinii (confrontare le dimensioni della pianta con Leonardo e Stefania che la osservano da vicino)
- 07 - Encephalartos frederici-guilielmi,
- 08 - Encephalartos laevifolius,
Botanici - e protezionistici - saluti.
Francesco