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Costa d'Avorio: let's go collecting ...

Paolo,

BEH ... GRAZIE!!! NON nascondo che - visti i molteplici "pezzi fracassati" che "indosso/indosserò" ancora per non so quanto tempo ... - è stata una grande iniezione di fiducia e buonumore.

:Smile 4::Smile 4::Smile 4:

Francesco
 
Sono ... venti di guerra?

Ciao,

Le operazioni che porteranno alla "fuga" proseguono e - ovvviamente - ne vanno di mezzo anche gli acquari. Nelle foto che propongo lo sfondo è un improbabile asciugamano giallo (messo li solo per cercare di limitare i riflessi. Tutte le radici e gli altri arredi sono stati rimossi (per avere maggiore facilità di manovra in vasca), qualcosa è già ritornato "all'origine" (leggi in foresta). Eppure ciò non di meno che chi non demorde ...
In realtà non credo siano "venti di guerra", anzi! Spero solo che, dopo essere stati calmi, per tanti mesi non si "decidano" adesso ... OhohOhohOhoh.

Francesco

PS: dovrebbe trattarsi di Coptodon guineensis.
 

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Congratulazioni!
E sono soddisfazioni!


Ciao,

La clavicola recupera bene (infatti l'ortopedico mi ha "brutalmente invitato" a limitare certi movimenti prima che la situazione si stabilizzi ulteriormente) ed il piede sembra in condizioni tali da evitare rischi e ricadute varie (anche in questo caso l'invito è stato ... FERMETE!!!). Detto ciò - visto che non può piovere per sempre - condivido con voi quest'altra, inattesa, gratificazione arrivata nei giorni scorsi! Insomma

... ... ... BECCATEVE QUESTA!!! :emiticon_3d_Yes::emiticon_3d_Yes::emiticon_3d_Yes:.

Francesco

PS: L'immagine è leggermente "pispolata" per farla entrare nei limiti di upload - un pò stringenti, in vero ... - del Forum AIC. La lettera originale è le molto più, come dire, sontuosa! ... :104:
 
Disordini ...

Ciao,

... in vasca! La forzata immobilità e le manovre che porteranno allo svuotamento delle vasche/laghetti hanno modificato gli "equilibri di forza" nelle vasche. Grandi movimenti ci sono nella vasca salmastra in cui alloggiano due Monodactylus sebae, un Trachinotus teraia (soprannominato il "Missile della Laguna") e cinque - non meglio identificate - Tilapia (forse dei Coptodon guineensis).

La prima notizia è una cattiva notizia, il "Missile" è stato abbattuto, e mentre - più furbamente- i due "Mono" se ne stanno il più defilati possibile la scena se la prendono le cinque Tilapia il cui comportamento sto cercando di comprendere:

l'arredo in vasca è assente (c'è solo ghiaia al fondo) ed un primo scavo/nido è apparso giorni fa dopo vigorosi "jaw locking" dei due pesci più grandi (le cui gole sono divenute nerissime, uno dei caratteri somatici che sfoggiavano a suo tempo i loro genitori).

Gli altri tre (sempre Tilapia) "vagano" per la vasca ... successivamente il più piccolo dei due che si confrontavano inizia a scavare un suo nido (???) praticamente accanto all'altro. NON c'è più jaw-locking ma le scaramucce diventano più blande e in caso di sconfinamento il "difensore" assume una posizione trasversale scuotendosi tutto.

Il più piccolo dei cinque, a questo punto, "cala al fondo" e sembra iniziare una "ispezione" dei nidi, nessuno dei due padroni di casa si fa avanti in maniera decisa ma il "vincitore" sembra essere il più piccolo dei due, iniziali, contendenti (nonchè depositario del nido più piccolo). Gli scavi proseguono, quella che penso essere la femmina sembra non decidersi e passa dal marcato disinteresse ad una blanda cooperazione (insomma non si ammazza di fatica ...).

I Mono e le due Tilapia rimanenti vivono "in alto" e sembrano mantenere pi la usuale livrea "grigio topo con screziature gialle". I due esemplari grandi (attivi) si segnalano, in particolare, per le gole nerissime colori più accesi il piccolo (la piccola?) ha mutato aspetto significativamente è, in generale, scura, con barrature (cangianti ma evidenti) scure e la gola, a sua volta, tendenzialmente rossastra. Dei cinque è l'unica/o a sfoggiare un marcato ocello nero sulla dorsale ...

Si qui ciò che si vede, qualcosa si immagina ma - obiettivamente - non sto capendo molto, cercando di razionalizzare:

1) l'aumento di dinamismo, territorialità, aggressività (nulla di parossistico ma comunque ha fatto una vittima) lascia pensare si vada verso una riproduzione ...
2) lo scavo mi fa pensare ad una incubazione orale: quando presi i piccoli erano ancora strenuamente difesi ma NON ripresi in bocca dai genitori, provo ad immaginare ...
3) la presenza di due nidi a distanza di centimetri mi fa pensare ad una serie (in ambiente più vasto/con più pesci) di nidi contigui senza eccessivi "spargimenti di sangue" e riproduzioni di conseguenza (ignoro, però, l'eventuale criterio di scelta delle "visitatrici"
4) la libera circolazione della femmina (presunta, ed unica su cinque pesci?) e la tolleranza nei confronti dei due non coinvolti nella giostra sembrerebbe confermarlo ...
5) al momento del cibo c'è "armistizio" (almeno sino ad ora) e tutti si nutrono senza particolare stress ...

Nella girandola sono - ora - coinvolti i due pesci più grandi (che detengono, ciascuno, un nido. Il più grande a il nido più grosso e di conseguenza l'altro ...) ed il più piccolo. La differenza fra i due grossi è relativa, mentre la differenza fra il più grande ed il più piccolo è significativa (il grande è il doppio).

Detto ciò sono in "stand-by", non so che dire/pensare ma non credo vedrò la fine della storia, purtroppo: nel giro di una settimana (max 10 gg) tutti torneranno in laguna ... E BUONANOTTE! Spero, prima di allora, di aver capito qualcosa in più!!!

Ed ora qualche foto, tutte successive a quelle proposte in "Venti di Guerra" ... :104:

Francesco.

PS: chiunque possa/voglia/sappia aggiungere qualcosa a quanto ho riportato :confused: :confused: :confused: ... si faccia avanti! ... :100:
 

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Ormai ci siamo ...

Ciao,

... otto giorni alla partenza, ho il cuore gonfio di tristezza. Una malinconia sottile e profonda mi pervade e mi accompagna in tutte le mie ultime incombenze africane. Il lentissimo recupero del mio piede - poi - non mi aiuta di certo ... :( :( :(.

Per fortuna - anche in questi tumultuosi frangenti - ci sono segnali, ed attestazioni che ricevo, assolutamente gratificanti ... :100:.

Francesco
 

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Tempo di commiati ...

Ciao,

Nel week-end appena iniziato le operazioni di smantellamento raggiungeranno l'apice e dovrò chiudere le trasmissioni. Dunque è tempo di bilanci: per farlo richiamo alla memoria gli ambienti che mi hanno maggiormente colpito e dei quali ho a lungo parlato con voi. Aggiungo, da ultimo, una cartina che, sommariamente, riporta la giacitura di tali località spero dia una, pur sommaria, dimensione logistica più accurata al tutto.


COSTA D’AVORIO:


  • Parc National de la Comoè: visitato due volte, presenta una logistica complessa da gestire in ragione delle distanza e condizione delle strade. Attività impegnativa, specie le uscite notturne con marce prolungate nel fiume e in zone acquitrinose, per il campionamento dei coccodrilli. Avvistamenti interessanti, qualche difficoltà, nelle ore notturne, con gli ippopotami (“troppo vicini” in almeno due occasioni). Molto pesce nel fiume facilmente osservabile in ragione del modestissimo livello delle acque.
  • Parc National du Taï: anche in questo caso due visite. Nuovamente, manco a dirlo, pessime strade. “Sprofondamenti” – causa forti piogge - nel fango, anche con vetture 4x4 (in una occasione si è reso necessario l’intervento di un mezzo di soccorso). Attività meno pesante (si muove comunque di notte ma si opera con un piccolo gommone a motore). Fuggevole incontro con un ippopotamo pigmeo (Hexaprotodon liberiensis). Altri avvistamenti, in specie scimmie. Superficie complessiva dell’area comprende una significativa zona (una delle poche rimaste) di foresta primaria (ovvero ad impatto antropico, praticamente, nullo).
  • N’zi River Lodge: vasta area protetta di savana arboricola protetta in buone/ottime condizioni che si segnala per la fauna particolarmente abbondante: antilopi (Cob – Kobus cob), scimmie, bufali di foresta, uccelli. Ospita uno dei pochissimi (per alcuni l’ultimo …) rinoceronti (Ceratotherium simum) presenti in Costa d’Avorio. Evidenze della presenza di leopardi. Struttura a gestione privata (di discreto livello).
  • Park de Abokouamekro: Vasta area dell’interno (in prossimità di Yamoussoukro, capitale del paese) sostanzialmente poco popolata per il prolungato eccesso di pressione venatoria durante il recente periodo bellico. Da questa area è stato trasferito all’attale destinazione (N’zi, vedi sopra) il rinoceronte che ho appena menzionato, si ritiene posano essere presenti altri due esemplari.
  • Parc du Lamto: posto lungo il corso del fiume Bandama si segnala per una stazione di ricerca scientifica di buon livello che coopera con omologhe strutture site in varie altre parti del mondo.
  • Parc du Banco: il “polmone verde” d Abidjan, una delle più grandi “foreste urbane” (ovvero quel tipo di foresta che si inserisce profondamente nel tessuto cittadino vero e proprio) del mondo. Ritenuta, nel periodo bellico, insicura in ragione delle bande di razziatori che si annidavano al suo interno che, dopo le ruberie nelle zone circostanti, in essa tornavano a rifugiarsi. Fortemente antropizzata, oltre che luogo di svolgimento di differenti funzioni religiose animistiche, ha comunque consentito l’unico, breve, incontro in natura con uno scimpanzé.
  • Lac Kossou: bacino artificiale nato dalla realizzazione di una diga per produzione di energia elettrica. Area, sostanzialmente, ad impatto antropico moderato. Sono in corso analisi per verificare l’effettivo livello di inquinamento da pesticidi e metalli pesanti (che si sospetta essere elevato, e non solo in questa zona). Notevole la presenza di fauna ittica, campionata in dettaglio approfondito nel corso dell’attività di ricerca cui ho preso parte.
  • Lac Taabo: anche in questo caso si tratta di un bacino idroelettrico su cui si possono fare considerazioni analoghe a quelle del Lac Kossou e del Lac Faè (che segue – più in basso - nella disamina).
  • Monogaga: spiaggia da “dolce far niente”, prossima al confine della Liberia.
  • Grand Bereby: affacciata sulle spiagge prossime alla Liberia si segnala come punto di partenza della discesa in canoa del fiume Nero, che è risultata molto impegnativa a causa della temperatura e del basso livello delle acque che, a tratti, costringe a trascinare le canoe stesse. Incontro molto ravvicinato (al punto da non poter tentare neppure uno scatto!!!) con un Mamba giallo. Durante il relax post discesa attacco, in mare, di un barracuda ad una turista francese: conseguenze serie ma non irreparabili.
  • Mènèkè: ancora un luogo – anche in questo caso non lontano dalla Liberia – da destinare all’ozio.
  • Lac Faè: terzo, ed ultimo, bacino artificiale visitato. Valgono le considerazioni fatte per i due precedenti. Sconta, essendo il più lontano da Abidjan, una logistica particolarmente infelice al solito in ragione dell’infima manutenzione delle strade.
  • Lagune Ébrié (Grand Bassam, Assinie, Assouinde): località, in certo qual modo simili, situate nella zona della laguna più vicina alla città (Abidjan). Pressione antropica, industriale, di prelievo ittico e turistica molto elevata. Forte presenza di differenti inquinati (in primo luogo residui plastici). In zona sono pochi i tratti ancora intatti. Purtroppo.
  • Parc National des îles Ehotilé: una “perla” nascosta, pur non essendo distante da Abidjan, è situata in una zona poco battuta della laguna. Si segnala per un habitat, in generale, meno corrotto e per la forte presenza di avifauna (cicogne, aironi, sterne, cormorani, etc.).
  • Man: capoluogo della regione “delle diciotto montagne” nota per la omonima, bellissima cascata, da visitare nella stagione adatta (fine delle grandi piogge) per apprezzala al meglio. Spettacolari le danze tribali (ancora non troppo corrotte dal modesto flusso turistico che arriva sin qui) caratterizzate dall’uso di maschere legate alle religioni ancestrali tipiche della zona.
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GHANA


  • Elmina: forse il più antico insediamento europea nella zona, è stato soggetto all’autorità portoghese, olandese e poi (sino all’indipendenza) inglese. Fu un importante centro di attività legato alla tratta degli schiavi, molte delle strutture dell’epoca sono ancora oggetto di visita. Una messe sconfinata di fio.ri freschi, ivi lasciati in memoria, testimonia di una ferita, quella di Elmina, che non si è ancora rimarginata.
  • Axim & Kakum National Park: da Axim si raggiunge il Kakum National Park noto per il “Canopy Walk” un percorso su passerelle sospese, poste a decine di metri dal suolo, che consente una osservazione della foresta assolutamente insolita. Molto suggestivo ma sconsigliato a chi soffre di vertigini,

La CdA (con tutto il suo vissuto) è stata - e non solo dal punto di vista ciclidofilo - "l'Avventura della mia Vita". Quello che doveva essere un "semplice" thread è diventato, col tempo, uno spaccato di vita africana ed un luogo di confronto vivificato dai Vostri interessanti commenti. Mi ha sempre fatto piacere entrando sul nostro Forum trovarlo in "pole position" (o quasi) e vederlo crescere nel tempo mentre condividevo con voi successi e sconfitte. Spero, da ultimo, di essere riuscito a trasferire a Voi almeno una parte di ciò che ho avuto la (immensa) fortuna di vivere in prima persona.

Francesco

PS: Per tutto quanto sopra, sperando nel vostro appoggio e sperando, anche, di non peccare di presunzione, mi piacerebbe vedere questa sorta di "Blog" restare vivo. L'amministratore potrà quindi, se lo riterrà opportuno, metterlo "in evidenza" in una posizione tale da poter dare un sorta di benvenuto a chi entrerà in questa sezione "viaggi".
 

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