FOTOTRAPPOLANDO.
La “Cam-Trap”, ed il suo utilizzo, è stata una scoperta che è maturata in questi primi mesi di permanenza in Sud Africa, anche se i limiti al suo utilizzo sono notevoli: nelle Game Reserve il suo uso è proibito e/o molto limitato e concesso, in genere, solo a ricercatori e studiosi. Le motivazioni sono sostanzialmente due:
- Si vuole evitare (molte “Game Reserve” sono private) la circolazione incontrollata di immagini ritraenti le attività che hanno luogo all’interno. Credo che ciò sia legato all’assoluta insicurezza sociale in cui versa il paese: in Sud Africa si uccide, anche per futilità, senza pensarci due volte. I numeri ufficiali (probabilmente edulcorati) parlano di 77 omicidi al giorno.
- La veicolazione incontrollata di tali immagini può/potrebbe fornire una traccia ai bracconieri (attivi nel paese alla ricerca, in particolar modo, di avorio e corno di rinoceronte). A tutti viene richiesto di distribuire/scambiare immagini di elefanti e rinoceronti con attenzione previa rimozione di tutti gli elementi di geolocalizzazione dell’immagine stessa.
Questa situazione si riflette, negativamente, sulla mia ambizione di fototrappolare bestie meno "comuni" come ad esempio i grandi carnivori. De facto ad un anno, quasi, dall’arrivo, sto operando solo nella Game Reserve di Silver Lake, in primo luogo perché ci abito, in secondo perché mi muovo in maniera il più discreta possibile. Immagini interessanti vengono, inoltre, riprese dalla “fototrappola” posizionata in giardino ma si tratta esclusivamente, dei molti uccelli che, attirati dall’offerta di cibo, accostano per nutrirsi. Interessante, senza meno, ma le immagini “sul terreno” hanno un diverso fascino.
Va bene. Ma che caratteristiche deve avere una “Cam-Trap” per essere considerata tale? Non molte ma alcune di esse, se spinte all’estremo, possono far lievitare il conto in maniera significativa. Dunque, vediamo:
Primo punto: fondamentale e a mio modo di vedere irrinunciabile, requisito è la totale impermeabilità, la Cam-Trap deve avere un indice di protezione che le consenta di lavorare sotto la pioggia battente (IP65/66).
Punto secondo: è preferibile sia “mimetica” in modo da risultare meno invasiva possibile verso i soggetti che si intende riprendere. Poi:
Qualità di immagine, foto: più elevata è meglio è! Però l’eccellenza tecnologica … si paga.
Qualità di immagine, video: valgono le stesse considerazioni (le migliori macchine di ultima generazione riprendono in Full-HD). Una velocità di ripresa non inferiore a 25/30 fps garantirà una sequenza fluida.
Durata batterie: solitamente si tratta di batterie “in gruppi” (es. AA oppure AAA, ricaricabili o meno. L’eventuale presenza di connessione WiFi ne riduce fortemente la durata, per tale ragione stanno diffondendosi apparecchiature alimentate da pannelli solari, tale alimentazione è di estrema importanza per installazioni remote e/o in luoghi difficili da raggiungere.
Illuminatori e/o flash: il loro uso è dibattuto. Assicurano una migliore qualità di immagine ma possono risultare invasivi.
Flash “no-glow”: ovvero flash senza lampo, che utilizzano particolari led IR (infrarossi), che “illuminano” senza essere percepibili dall’occhio della più parte degli animali, oltre che degli esseri umani. Tali riprese sono, per ovvi motivi, solo in B/N.
Tempo di scatto: esistono macchine con tempi di scatto pari ad una frazione di secondo ed altre più lente. Le le macchine veloci consentono di riprendere meglio un soggetto che attraversa (es. da Sx a Dx) il campo visivo. Diverso è il caso di un soggetto che “viene incontro” alla fototrappola In ogni caso, però, “faster is better”.
Intervallo (tra un video, o foto, ed il successivo): sono problematiche simili a quelle del tempo di scatto. Direi ovviamente.
Sensori: hanno, appunto, il compito di “sentire” la presenza ed avviare il processo di cattura della/e immagine/i. Maggiore la sensibilità maggiore è la possibilità di non perdere immagini ma parimenti aumenta la possibilità di riprese “finte” (es.: con i sensori attivati dal fogliame mosso del vento) che inquadrano il nulla.
Angolo di campo: ad un angolo maggiore corrisponde una maggiore possibilità di ripresa, per contro, angoli estremamente ampi possono deformare le immagini (c.d.: effetto fish-eye), specie ai margini del campo visivo.
Timelapse: effettua scatti ad intervalli (regolabili) di tempo, può risultare utile riprendendo animali molto “statici” come i rettili.
Foto+video: ovvero la possibilità di effettuare foto (appena il sensore si attiva) e, a seguire, un video. Ad alcuni questa opzione piace ad altri no. Personalmente non mi sono ancora fatto un’idea precisa in merito.
E va bene ma, nella pratica, che fototrappole usi tu? Sostanzialmente due:
- Victure HC300:
- Risoluzione foto (max): 16 MB. Forse non pochi ma, in franchezza, la resa effettiva è abbastanza prossima ai cosiddetti “minimi sindacali”.
- Risoluzione video: 1080 P
- Ingrandimento: 8X
- Connessione WiFi: NO
- Indice di impermeabilità: IP65/66
- Sensore di movimento real-time: NO (mancando il WiFi)
- Alimentazione: batterie ricaricabili (4/8 pz, tipo AA)
Nota: dispone di flash “no-glow”, fa piacere trovarlo in una apparecchiatura di fascia bassa.
- Netvue “Birdfy”:
- Risoluzione video (durata fissa 20 sec.): 1080P
- Ingrandimento: 8X
- Connessione WiFi: 2.4ghz
- Indice di impermeabilità: IP65/66
- Sensore di movimento real-time: SI
- Alimentazione. Pannello solare.
Nota: non dispone di flash, utilizza un illuminatore (attivabile, anche da remoto) a luce bianca. Personalmente lo trovo di opinabile utilità.
Interessante è la possibilità di utilizzo “Live” (io uso il mio telefono cellulare per seguire i movimenti) con possibilità, all’occorrenza, di scattare foto/realizzare video (della durata voluta) foto.
Curiosità: Dispone di un contenitore di “cibo-esca” (capacità lt. 1,5, a caduta) che può facilitare l’avvicinamento dei soggetti che si intende riprendere.
Netvue nasce – e tutt’ora opera nel settore - come azienda di “security” dove le telecamere di sorveglianza sono, in genere, bianche per esercitare, tra l’altro, una certa funzione di deterrenza. Questa prima realizzazione di una telecamera “naturalistica” ha seguito lo stesso percorso: corpo bianco, con posatoio e tetto (a cono) azzurri. successivamente, purtroppo dopo il mio acquisto, hanno addrizzato il tiro ed i nuovi modelli sono realizzati in fibra di bambù/cocco. Sto pensando, quindi di sottoporla da un “wrapping” (l’applicazione di una pellicola adesiva che sceglierò in colori più “pacati”), magari in occasione di un futuro smontaggio/spostamento.
Per finire qualche immagine
HARDWARE:
- VICTURE HC300: Cam-Trap in preparazione, si possono osserva gli elementi interni (in alto i led del flash no-glow)
- VICTURE HC300: Cam-Trap in programmazione, installazione in giardino
- BIRDFY: prima installazione (assolutamente troppo vistosa) in giardino
- BIRDFY: seconda installazione, appoggiata al tronco di una palma ha dato, nonostante i colori “eccessivi” buoni risultati.
FOTO SUL CAMPO:
- Un Blesbok (Damaliscus pygargus phillipsi) mentre approccia - frontalmente - la Cam-trap
- Tre Impala (Aepyceros melampus): si intrattengono davanti alla cam-trap. screen-shot notturno con uso di flash “no-glow"
Per oggi è tutto.
Francesco