Mraiconi
Socio AIC
Dovevo essere a Parma per incontrarmi con un’amica che mi avrebbe fatto gustare le bellezze artistiche di qualche angolo (leggi chiese) della città, ma Parma ha evocato in me altre immagini meno sacre e più ciclidofile (non voglio dire profane!).
Così ho pensato bene, con la scusa di qualche femmina di magunga da prendere, di visitare la mitica serra di Nicolò Armagni (qualcuno dice “serretta” ma dopo averla vista di persona non glie lo permetterò più!).
Alla fine si sono aggiunte altre persone con le quali io e altri avevamo da scambiare altri ciclidini ed ecco che ci siamo ritrovati in piccolo gruppetto a passare qualche ora tra vasche (e che vasche!) e laghetti, e mentre la mia amica mi dava bellamente “buca” per la sua presenza a Parma, io ringraziavo iddio perché quando ci sono i pesci da portarsi dietro sia all’andata che al ritorno rimane ben poco tempo per altre divagazioni.
Prima di andare via mi sono reso conto che avevo con me la trappoletta con cui scatto le foto e allora un po’ di corsa ho fatto qualche scattato frettoloso (già sono un cane con le foto, per cui niente di speciale).
C’era qualche illustre presenza come Fabio Callegari, Maurizio Belzani, Raffaella coi sui tre rampolli e alla fine è arrivato anche il mitico Robi63 da Varese.
Purtroppo essendo io il più lontano in assoluto sono stato il primo ad andarmene anche per paura del traffico che avrei potuto trovare in questo periodo.
Mi dispiace di non aver immortalato il laghetto delle koi che stazzavano con la loro mole su qualche chilogramo, ma come ripeto andavo di fretta.
Avevo già sentito parlare della serra dai banditi di Assisi-Perugia, e quindi sono partito con tanta curiosità che è stata ampiamente ripagata dal piacere di vedere un ambiente con tante vasche e tante belle specie.
Altro fattore importante è la simpatia del padrone di casa (anzi di capannone).
Non mi dilungo su particolari tecnici (non sono la persona giusta!) ma metto alcune delle poche foto (indecenti come al solito) che ho fatto al momento di andare via.
Ringrazio il padrone della serra per l’accoglienza e tutti i presenti per il simpatico pomeriggio delle meraviglie.
Menavo lì pensavo che il paradiso ognuno se lo immagina in base a ciò che di più bello la sua fantasia gli fa immaginare, quindi il paradiso di un ciclidofilo, penso che assomigli abbastanza alla serra di Nicolò.Forse posso sembrarvi esagerato ma, per chi, come me, ha tre vasche e un accrescimento e già sta al limite consentito dallo spazio di casa è normale una sana ma assolutamente benevola invidia.
Mi prenoto per il prossimo viaggio in zona confidando che per l’epoca il buon Nicolò non abbia ancora stabilito un biglietto d’ingresso.
Un saluto da Massimo
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Così ho pensato bene, con la scusa di qualche femmina di magunga da prendere, di visitare la mitica serra di Nicolò Armagni (qualcuno dice “serretta” ma dopo averla vista di persona non glie lo permetterò più!).
Alla fine si sono aggiunte altre persone con le quali io e altri avevamo da scambiare altri ciclidini ed ecco che ci siamo ritrovati in piccolo gruppetto a passare qualche ora tra vasche (e che vasche!) e laghetti, e mentre la mia amica mi dava bellamente “buca” per la sua presenza a Parma, io ringraziavo iddio perché quando ci sono i pesci da portarsi dietro sia all’andata che al ritorno rimane ben poco tempo per altre divagazioni.
Prima di andare via mi sono reso conto che avevo con me la trappoletta con cui scatto le foto e allora un po’ di corsa ho fatto qualche scattato frettoloso (già sono un cane con le foto, per cui niente di speciale).
C’era qualche illustre presenza come Fabio Callegari, Maurizio Belzani, Raffaella coi sui tre rampolli e alla fine è arrivato anche il mitico Robi63 da Varese.
Purtroppo essendo io il più lontano in assoluto sono stato il primo ad andarmene anche per paura del traffico che avrei potuto trovare in questo periodo.
Mi dispiace di non aver immortalato il laghetto delle koi che stazzavano con la loro mole su qualche chilogramo, ma come ripeto andavo di fretta.
Avevo già sentito parlare della serra dai banditi di Assisi-Perugia, e quindi sono partito con tanta curiosità che è stata ampiamente ripagata dal piacere di vedere un ambiente con tante vasche e tante belle specie.
Altro fattore importante è la simpatia del padrone di casa (anzi di capannone).
Non mi dilungo su particolari tecnici (non sono la persona giusta!) ma metto alcune delle poche foto (indecenti come al solito) che ho fatto al momento di andare via.
Ringrazio il padrone della serra per l’accoglienza e tutti i presenti per il simpatico pomeriggio delle meraviglie.
Menavo lì pensavo che il paradiso ognuno se lo immagina in base a ciò che di più bello la sua fantasia gli fa immaginare, quindi il paradiso di un ciclidofilo, penso che assomigli abbastanza alla serra di Nicolò.Forse posso sembrarvi esagerato ma, per chi, come me, ha tre vasche e un accrescimento e già sta al limite consentito dallo spazio di casa è normale una sana ma assolutamente benevola invidia.
Mi prenoto per il prossimo viaggio in zona confidando che per l’epoca il buon Nicolò non abbia ancora stabilito un biglietto d’ingresso.
Un saluto da Massimo
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