Ciao,
Vado a concludere ...
24.02.18: prima giornata, del tutto, “zanzibarica” (si dirà?) … Sveglia – manco a dirlo – antelucana, colazione (da rutto triplo), contatto col “Diving” e primo tuffo (entrambi non eccelsi).
Questa immersione, pur meno stringente di altre nei modi di effettuazione, è – comunque – un “Check Dive”: si tratta, insomma di una immersione “di controllo” volta a verificare le effettive conoscenze/capacità di sub appena arrivati.
Si tratta di una procedura di sicurezza adottata da tutte le principali organizzazioni che svolgono attività subacquea ricreativa, accetto di buon grado.
I colori di Zanzibar sono notevoli così come il calore (Mamma MAI!!!) ma l’ambiente è difficile da decifrare: non è (più) Africa ma non è (ancora) Asia. Si tratta di una bizzarra mescolanza di colori, etnie e culture che non saprei però dire quanto scorra piana e pacifica: ad esempio l’intestazione dei moduli di richiesta dei visti recita (testuale)”: “Governo Rivoluzionario di Zanzibar”.
L’impronta islamica – che NON vuol dire per forza terrorismo di medesima matrice – è molto forte, potrei dire quasi assoluta anche se la “vita di tutti i giorni” non sembra manifestare frizioni eccessive né si parla, per quanto ho potuto comprendere, di episodi di intolleranza religiosa.
Politicamente - a livello internazionale – Zanzibar è parte della “United Republic of Tanzania”. Il nome Tanzania è stato adottato, mutandolo dal precedente Tanganica, nel 1964 a seguito di rivolgimenti politici all'interno del paese: deriva, appunto, dalla fusione tra “Tanganica” e “Zanzibar”
All'interno del paese, al contrario, Zanzibar, gode di un elevato livello di autonomia, con strutture politiche, amministrative e persino sportive (come il locale campionato di calcio, con relativa squadra nazionale) sue proprie. La struttura polita/burocratica/amministrativa di Zanzibar (come si evince dai moduli di richiesta visto) è denominata "Governo Rivoluzionario di Zanzibar"! Ho detto tutto ...
25.02.18: doppia immersione. Nei giorni a venire proseguiremo con due tuffi al giorno, entrambi la mattina (ritengo che le condizioni del mare possano rendere difficile l’attività pomeridiana e – visti i programmi - anche il Centro Immersioni sembra pensarla alla stessa maniera).
La seconda parte del nostro viaggio “mordi e fuggi” è arrivata al giro di boa: non male, Leonardo è molto carico, ma ormai ho la sensazione di trovarmi più a mio agio in savana/foresta/fiume: INGREDIBBULI!!! Allo stesso modo, ancora una volta, ho riflettuto sul come ascoltare e comprendere davvero la “Canzone della Foresta” è cosa difficile perché solo ad alcuni tocca, o sembra toccare, le corde giuste.
Le maree di Zanzibar sono incredibili: al massimo della “alta” corrisponde, al culmine della fase opposta, una “bassa” che arretra anche di parecchie decine di metri. Nelle pozze di marea che il movimento d’acqua lascia dietro di se si possono fare osservazioni interessanti.
26.02.18: ancora due tuffi.
Che mi consentono di affrontare di persona, dopo l’allagamento della mia videocamera subacquea, l’eterno dualismo “Made in Italy” Vs. “Esterofilia”. Uso da tempo – con soddisfazione una fotocamera subacquea compatta di produzione giapponese - che nei suoi stringenti limiti di uso, sostanzialmente il limite di profondità operativa fissato a 10 metri, non perde un colpo. Ovviamente NIENTE NOMI! Per il mio – nell’occasione - esordio “video-sub” ho scelto una action-cam italiana ed un illuminatore “Made in USA”. Di nuovo NIENTE NOMI ... Bene, si fa per dire: chi credete che, alla terza uscita, mi abbia lasciato a piedi?
27.02.18: ultimo giorno “pieno”. Domani – con la usuale tragedia logistica malamente congegnata dal nostro, sedicente, tour operator – rientriamo a casa: la nostra, purtroppo ancora per poco, casa africana.
Dovendo – in chiusura - pensare ad
una cosa del mare di Zanzibar direi … I SUI COLORI. Quando il sole è alto nel cielo sulla tavolozza del mare sono presenti tutte le tonalità di blu e di azzurro possibili che sono inframmezzate da irregolari macchie verdi ed anche, alle volte … gialle (immagino per il tipo di fondo sottostante). Incredibile, da vedere per credere!
28.02.18: oggi si contano le solo operazioni di chiusura: saldo dei conti, mance, pacchi, valigie, qualche souvenir, saluti, schifidini varie.
Serpeggia un lieve nervosismo ed un po’ di tristezza: domani sarà Abidjan. Il mare è bello da mozzare il fiato, il vento soffia gentile tra le palme. L’invidia per i nuovi arrivati, che hanno tutto il loro soggiorno davanti a loro, corre “fra le righe”. Proseguiamo ...
Si fa sera: aeroporto – tristo - di Dar es Salaam. Dopo 20 minuti di pacioso volo dall’isola sino a qui inizia l’attesa per arrivare a Nairobi. Praticamente passo una notte a “vegliare” i bagagli ad evitare il rischio che i soliti figuri …
01.03.18: sorge alto nel cielo il sole. Dopo una notte ori
BBile, dopo una attesa infinita, dopo una marea di seccature (includendo il mio marsupio, pieno di ogni ben di Dio, perso e ritrovato fortunatamente intatto), dopo tutto e tutti … infine l’aereo – destinazione Abidjan – si avvia.
Si posiziona in pista, il pilota “da manetta” e inizia la corsa di decollo. Poi, di botto, pianta una terrificante frenata che scuote tutto vigorosamente. Interdetto silenzio generale, qualche accenno sparso di panico … infine, serafico, il pilota annuncia di aver “abortito” il decollo (a dire il vero a molti, me compreso, il dubbio era già venuto), il motivo?
Si è, banalmete, staccato/aperto un finestrino della cabina di pilotaggio!!!
Il tutto è avvenuto – pur in corsa – a “terra” (quindi senza l’intervento – molto invasivo ma parimenti necessario in tali situazioni se registrate in volo - dei meccanismi automatici di ausilio in caso di depressurizzazione dell’ambiente) ragione per cui la procedura per il nuovo decollo risulta relativamente rapida (riparazione, verifica e rifornimento).
Con circa un’ora e mezzo di ulteriore attesa rispetto al sul previsto, lasciamo il suolo keniota in direzione dalla CdA dove arriviamo, appunto in gran ritardo, ma senza ulteriori ambasce. Di nuovo è … GAME OVER!
Francesco
PS: temo che - stante quanto ci aspetta - questa sia stata l'ultima nostra avventura di questa lunga permanenza africana. Se - come - penso lasceremo a settembre ciò avverrà alle soglie del quinto "compleanno" (che cadrebbe in ottobre, 2018) ...