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Good Morning Vietnam ...

Un video interessante (non mio) su ...

Ciao,

... come si pesca da queste parti. Si nota, tra l'altro, l'abbondanza di pesce


Spero prima o poi di riuscire ad "andare" anche io ...

Francesco

PS: non c'è doppiaggio ne sottotitoli, scappa ... ... ... :n050::n050::n050::n050::n050:
 
Nuovi amici

Ciao,

... pinnuti! ... ... ... :n051::n051::n051:.

L'orizzonte sembra infine, dopo tanto tempo, schiarirsi ed ho ricominciato a guardarmi intorno ... :104:. Guardando guardando la scelta è caduta su due giovani Myxocyprinus asiaticus che (con qualche titubanza) nuotano da una settimana in vasca. Secondo Wikipedia (cui mi sono rifatto perchè ne sapevo poco o nulla):

Myxocyprinus asiaticus ha due aspetti differenti tra gli esemplari giovani e gli adulti. I giovani presentano un corpo allungato, con dorso molto convesso e profilo ventrale piatto. La testa, piccola in confronto al corpo, è obliquamente tendemente verso il basso. Spicca la grande pinna dorsale triangolare con vertice arrotondato, che discende poi lungo il dorso come una sottile cresta. Le altre pinne sono triangolari con i bordi arrotondati. La pinna caudale è bilobata. La livrea presenta 3 grandi fasce bruno nere marezzate aternate ad altre 3 bande bianco-argentee. Gli esemplari adulti invece presentano un corpo più allungato ed idrodinamico, il profilo dorsale è sempre convesso ma risulta meno sproporzionato con la testa. La pinna dorsale è sempre alta e triangolare davanti, mentre lungo il dorso è bassa. Le altre pinne sono triangolari, la coda è a delta. le scaglie sono grosse. La livrea adulta è tendenzialmente uniforme, bruno-grigiastra con pinne più scure, una linea rossastra corre orizzontalmente lungo i fianchi. Raggiunge una lunghezza massima di 60 cm.

in merito alla Lunghezza massima raggiungibile, un argomento molto dibattuto FishBase riporta:

Max length : 60.0 cm TL male/unsexed; common length : 22.0 cm SL male/unsexed

La divergenza è forte! Dovrebbero restare in vasca con me alcuni anni spero, quindi, di potermi fare una mia personale idea in merito. Sto, infine, studiando la possibilità di ospitarli anche nel laghetto del balcone, vedremo ...

Ed ecco quindi le :1_foto::

1 & 2: dal mercante le (cui vasche sfoggiano, come sempre, una "ossessiva" dominante rossa in funzione delle lampade che vengono utilizzate)
3 & 4: durante l'acclimatamento
5 > 7: in vasca (per quanti sforzi abbia fatto - scegliendo lampade, in realtà sono "barre led", il più possibile neutre - anche qui il rosso impazza)

Asiatici saluti.
Francesco

PS: ho anche ricominciato ad andare in moto :100: :100: :100: , ma questa è un'altra storia ... :104:
 

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Il Tet si avvicina e ...

Ciao,

... Ha noi si accende di luci, le pagode ed templi, ovunque, scintillano di luci! Molto sovente - come tradizione - queste luci sono rosse: un colore considerato, qui in Asia, portafortuna. Ma ... cos'è, davvero, il Tet?

Il Tet (nome completo Tết Nguyên Ðán) è celebrato nello stesso giorno del Capodanno cinese - la data cambia annualmente - e ne condivide molte usanze. Tết è intorno alla fine di gennaio o i primi di febbraio. Fra gli usi vi sono quello di preparare piatti speciali e di pulire la casa, visitare i parenti e i templi. Ai bambini è riservata un'attenzione particolare, vengono loro consegnati da amici e parenti dei soldi contenuti in buste rosse chiamate lì sì. Altre usanze sono i fuochi d'artificio, danze del drago e del leone per scacciare gli spiriti cattivi e portare fortuna nel nuovo anno.

Ma il Tet non è - purtroppo - solo una festa di pace molto sentita nel Sud-est asiatico. In corrispondenza del Capodanno del Tet del 1986 (30/31 gennaio) l'esercito nordvietnamita ed i guerriglieri Viet Cong diedero il via alla omonima offensiva che, benchè non abbia portato ad eclatanti successi militari, fu il principio della fine della guerra che si combatteva in questa parte del mondo (e che qui è nota come la "guerra americana"): la sua eco sfociò in una profonda crisi politica negli Stati Uniti cui, entro breve tempo, seguirono quei colloqui di pace che portarono alla conclusione del conflitto.

Francesco
 

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Ma che cos’è veramente …

Ciao,

… Il Tết? Per i vietnamiti rappresenta l’occasione per una celebrazione speciale. Durante il Tết, durante la quale gli spiriti degli antenati ritornano sulla terra, per un solo giorno. In Vietnam e ovunque risieda la sua diaspora, celebrano l’evento.

La storia (dalle tradizioni del Regno di Mezzo) calcola il tempo che passa secondo un calendario lunare basato sull’astrologia cinese. Secondo questo calendario, gli anni sono identificati da nomi di animali reali o mitici (maiale, ratto, cane, cavallo, serpente, drago …) e non dai numeri (2018, 2019 …). Difficile immaginare due tradizioni così diverse, eppure l’Estremo Oriente e l’Occidente hanno una cosa in comune: l’eterno riferimento alle stelle. Anche in Estremo Oriente, nella area della tradizione buddista, hanno adottato il vecchio calendario universale gregoriano che è stato sovrapposto (senza escluderlo) sul vecchio calendario cinese. Entrambi i calendari coesistono oggi. Insomma: il primo è pragmatico, il secondo è culturale e spirituale. Si completano bene l’un l’altro.

Alla mezzanotte del 5 Febbraio (2019), milioni di asiatici che vivono in Asia o sparsi per il mondo celebreranno questo cambiamento. In Vietnam, il festival di Tết segna anche l’arrivo della primavera, da cui il nome vietnamita che significa “Festa della Prima Alba”. Ovunque nel mondo, dove siano presenti comunità vietnamite, ha luogo la “Processione del Drago”. Questo mitico animale, profondamente riverito in tutta l’Asia, è realizzato in cartone e tessuto rosso (un colore benefico) e arriva a misurare fino a 40 metri Nelle pagode - negli incensieri - si brucia il legno di sandalo.

La festa di Tet è il momento clou dell’anno vietnamita, i vivi devono imperativamente essere presenti per ricevere “come si deve” le anime dei defunti che ritornano sulla terra. In ogni famiglia vietnamita, l’altare degli antenati è il centro di gravità spirituale della famiglia, del clan. È realizzato in maniera più o meno importante, ad esempio in ragione del censo della famiglia, vis espongono le immagini di genitori deceduti, vengono offerti bastoncini di incenso, tazze contenenti frutta e oggetti cari al defunto (ma anche prosaiche lattine di Coca Cola e Red Bull).

Alla mezzanotte le loro anime arriveranno sulla terra, occorre preparare parare il miglior benvenuto possibile. Le case devono essere sistemate con cura, le stanze spazzate, i mobili spolverati. Niente è troppo bello per ricevere le anime degli antenati. Per molto tempo i vietnamiti hanno lanciato petardi per inseguire gli spiriti maligni. Questa pratica non è del tutto scomparsa, sebbene sia ufficialmente bandita dal governo vietnamita a causa dei numerosi incidenti mortali che si sono verificati in passato.

Rimane, in ogni caso, una festa molto semplice. La gente – ad Ha noi – passeggia lungo le rive del “Lago della Spada Ritrovata” (altro nome mitico che si perde nella notte dei tempi), giochi di luce si inseguono tra gli alberi della riva. I bambini – ma non solo – si dilettano in complicate costruzioni con bastoncini di legno di forma quadrata sfidandosi nella realizzazione della struttura più complessa. Banchetti vari vendono piccoli burattini e pupazzi costruiti con palloncini colorati. La nenia, ossessiva, degli strumenti tradizionali – suonati da artisti in costume - si spande ovunque.

L'ultima immagine riprende un tempietto domestico dedicato al Buddha, è molto simile a quelli dedicati agli antenati ma riveste un carattere assai meno riservato. In ogni caso gli elementi dell'iconografia classica ci son tutti.

Francesco
 

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Il Tet è ...

Ciao

... la festa - tra l'altro - dei fio.ri di tutti i tipi ... Piante fio.rite, fio.ri recisi, fio.ri secchi (pochi), fio.ri artificiali (qualcuno, BLEAH!!!).

Ovunque le bancarelle e le esposizioni dei fio.ri più strani creano vistose macchie di colore. Gettonatissime sono le orchidee, i peschi giapponesi - abbastanza simili ai nostri, specie nei colori - ed i mandarini cinesi la cui miriade di piccoli frutti aranciati (la prima foto) vuole augurare, nell'anno che va ad iniziare, fortuna ed abbondanza.

Anche i Bonsai - alcuni davvero monumentali - hanno il loro pubblico. La data del Tet (precisa) è il 5 febbraio ma già da alcuni giorni sembra di assistere ad una sorta di "ubriacatura totale". Ovunque ci sono luci, lanterne colorate, musica, suoni e manco a dirlo ...

fiori fiori fiori fiori fiori

Francesco
 

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Mala tempora currunt ...

Ciao,

... sed peiora parantur. Questa è la situazione dell'inquinamento in città (e secondo voci non confermate, ma che ritengo attendibili, a Saigon è peggio). NON so, in franchezza, che pensare ... :n030::n030::n030:.

Francesco
 

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Mala tempora currunt ...

Ciao,

... sed peiora parantur. Questa è la situazione dell'inquinamento in città (e secondo voci non confermate, ma che ritengo attendibili, a Saigon è peggio). NON so, in franchezza, che pensare ... :n030::n030::n030:.

Francesco

PS: i dati sono forniti dall'osservatorio ambientale dell'Ambasciata USA, i commenti in vernacolo dantesco li ho aggiunti io.
 

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Si avvicina la fine ...

Ciao,

... delle celebrazioni del Tet: l'ultima giornata sarà domenica. Oggi siamo stati ospiti di una famiglia vietnamita per il pranzo rituale: conosco un pochino la cucina viet, so maneggiare con la "minima indispensabile destrezza" le bacchettine con cui si mangia da queste parti (in un pranzo tradizionale, specie al Tet di posate manco a parlarne). Pensavo di essere dotato di tutti i conforti, sbagliavo ...

... un pranzo tradizionale - molto gustoso devo dire - ha luogo ... SEDUTI IN TERRA! Dall'alto delle mie molteplici fratture (frutto del mio passato da scavezzacollo) è stato un gettone abbastanza pesante da pagare. Comunque accompagnati dal tradizionale: "một, hai, bà ... zô" (formula di rito per i brindisi di buon augurio e sempre più fragorosa col "trascorrere dei bicchieri") sono sopravvissuto.

Segue qualche foto, alla "più o meno", scattata durante il pranzo (con cellulare). Astenersi dal commentare la ... MANO TREMULA!!! :256: :256: :256:.

Francesco
 

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Anche questo è ...

Ciao,

... Tet. In occasione del pranzo di cui pria ho avuto modo di osservare molto da vicino un laghetto allestito in stile, assolutamente, tradizionale. I pesci sono - nel complesso del discorso - quasi un corollario ed il tutto ricorda (in una girandola di lucine di vari colori e giochi d'acqua), quasi, un presepe napoletano. Mi è stato spiegato che un laghetto - forse è dire meglio un ambiente - del genere si "stratifica" nel tempo prendendo, progressivamente, vita secondo i gusti di chi lo allestisce e segue.

Non c'è tutto ma c'è di tutto: piccoli villaggi in terracotta e ponticelli, anch'essi di terracotta, realizzati in stile tradizionale, piccole pagode in cima a grosse pietre che mimano le montagne, i tradizionali bufali d'acqua ed i contadini al lavoro, piccole statue del Buddha, vecchi monaci in meditazione. Immancabili sono le tartarughe simbolo di saggezza e longevità oltre che portatrici di buona fortuna. E' una sorta di "microcosmo autosufficiente" - nascosto tra muschi, piccole felci ed altre piante di piccole dimensioni, con una vita ed un fascino tutto suo.

NON so se mai lo mimerò ma so che, da domani, mi metterò a "rastrellare" tutti questi soggetti tradizionali, hai visto mai che ... :104:.

Francesco
 

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Verso sud ...

Ciao,


  • Introduzione,
Ed infine si riparte cercando, una buona volta, di uscire da quel dannato “pantano” in cui sembrano fermarsi tutti i nostri tentativi di mettere il naso fuori da Ha noi ed iniziare, infine, a conoscere il Viet Nam. Restando, se possibile, lontano dagli usuali stereotipi. Destinazione? L’isola di Phu Quoc., che – pian piano – cercherò di descrivere.


  • Breve presentazione di Phu Quoc e del suo posizionamento geografico,

Phú Qu
c è un'isola del Vietnam al largo della costa della Cambogia, nel Golfo di Thailandia, nota per le spiagge di sabbia bianca e la fitta vegetazione (per fortuna tutt’ora abbastanza presente che la ricopre). Geograficamente è vicinissima alle coste cambogiane (il possesso dell’isola che da un significativo gettito legato alle attività turistiche) è molto dibattuto tra, appunto, Viet Nam e Cambogia. Piccole unità navali della guardia costiera vietnamita fanno, infatti, buona guardia nel braccio di mare che separa l’isola dalla terra ferma. Personalmente, comunque, lo ritengo nulla di più che una gratuita dimostrazione di forza da parte del governo locale.

L’effettuazione di alcune immersioni mi ha consentito di verificare – al di la delle condizioni marine non proprio soddisfacenti – la presenza di un ambiente marino sostanzialmente intatto (ma di questo parlerò dopo). Spero che duri ma ho forti timori (stanno “edificando” ovunque).

Produzione specifica, e molto apprezzata ovunque, di Phu Quoc è il pepe le cui piantagioni sono ovunque ...
:104:.

  • Sull’Isola: il “Mango Bay Resort” (nostro alloggio),

Durante la nostra permanenza abbiamo soggiornato al “Mango Bay Resort” uno stano mix di eccellenza e "rusticheria": ad un ristorante assolutamente “top-class” per scelta di piatti e vini (a sere alterne con musica dal vivo da parte di una sensazionale sudafricana) che secondo molte guide è il miglior ristorante dell’isola si contrappongono degli alloggi decisamente meno “di tono”: nulla di irreparabile, per carità, ma il confronto stride un pò.

Francesco
 

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Verso sud - la "spiaggia delle Stelle Marine Rosse"

Ciao,

Ecco uno dei punti topici dell'isola ...

La Spiaggia si trova in località Ganh Dau (sull’isola vietnamita di Phu Quoc, nell’estremo sud del paese): qui, sovente in pochi centimetri di acqua calda e trasparente stazionano decine e decine di stelle marine rosse.
La spiaggia, a quanto è dato di sapere, venne scoperta (nel 2014) da Minh Thoa, una ragazza vietnamita, che la battezzò appunto come la “Spiaggia delle Stelle Marine Rosse”, ancora oggi è nota con questo nome.

Coordinate geografiche:

  • LATITUDINE: 10.37203618487389°
  • LUNGITUDINE: 103.93729448318481°

Troppo complicato per voi? NON preoccupatevi qualsiasi abitante del luogo saprà indicarvi dov’è la spiaggia e qualsiasi taxi potrà portarvi, tutto sommato agevolmente, sin li … 😉.

La stella marina in questione, foto qui sotto, è (nomenclatura binomia docet): Protoreaster nodosus.

Quindi, brevemente e partendo da quanto sopra ecco il suo, molto schematico, “inquadramento”:

  • Regno: Animalia
  • Phylum: Echinodermata
  • Classe: Asteroidea
  • Ordine: Valvatidae
  • Famiglia: Oreasteridae
  • Genere: Protoreaster
  • Specie: Protoreaster nodosus (Linnaeus, 1758)

Protoreaster nodosus
, abita le acque calde e basse della regione marina indo-pacifica. Esemplari della specie sono, saltuariamente, disponibili sul mercato acquariofilo.

P. nodosus presenta file di spine coniche scure (disposte radialmente sul dorso che, col tempo, possono andare soggette a deterioramento), si ritiene che tali spine costituiscano una arma di difesa nei confronti di possibili predatori. Queste stelle presentano, abitualmente, cinque raggi (particolarmente rigidi) anche se esistono esemplari “anomali” a quattro, ma anche, a sei raggi.

P. nodosus può raggiungere i 30 cm di dimensione e si presenta, nella maggioranza dei casi, con una colorazione rosso/aranciato presentando differenti sfumature/maculature ma possono essere rinvenuti anche esemplari sui toni del crema/marrone in differenti tonalità (http://www.hippocampus-bildarchiv.com/images/WNTFT0527_Protoreaster_nodosus.jpg). Io, di questi ultimi, NON ne ho visti così come non ho avuto modo di osservare soggetti con un numero “anomalo” di raggi.

La specie, come detto, soggiorna di preferenza in acque basse di aree sabbiose/fangose (leggermente) e può, occasionalmente, essere rinvenuta all’asciutto (lungo la battigia) durante le “basse” di marea, specie se queste sono pronunciate. Si tratta di un soggetto carnivoro opportunista che, in acquario, attacca anche coralli e spugne (meditate gente, meditate!). Ci sono state osservazioni, in natura, di esemplari intenti a nutrirsi anche di ricci di mare. Intorno a dette stelle può accadere che si muovano, come “commensali”, piccoli gamberi, piccole ofiure e/o differenti avannotti.

Tra le loro principali minacce si annovera – manco a dirlo – l’eccesso di prelievo per la realizzazione di souvenir, circostanza che ha portato ad un forte depauperamento delle colonie presenti in natura (a Phu Quoc, però, non ne ho vista neppure una esposta sui banchetti con in mostra le immancabili “brutture per turisti”).

La specie correlata Oreaster reticulatus presente, a sua volta, nelle acque atlantiche presenta le medesime perplessità/problematiche in termini di protezione della specie. Ad ogni modo nella “Red List” di IUCN il suo stato – parlo di Protoreaster nodosus - viene riportato come “Not Evaluated”.

E per finire, alcune immagini, raccolte – come usa dire fra coloro che hanno studiato – “in situ” ... :104:


Francesco

PS: SEGUE ...
 

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Verso Sud - Tigri e non solo ...

Ciao,

Il SAFARI-PARK: Ritengo che questo sia l’impianto che Richard C. (ex-responsabile dello ZNA) sia venuto, immagino con altri viste le dimensioni della struttura, ad avviare dopo aver lasciato la Costa d’Avorio. Mi parlò, nei giorni prima della sua partenza da Abidjan, di una costruenda struttura che, nelle sue parole, assomigliava molto a questa.

Notevoli le tigri anche se, a quanto ho potuto apprendere, NON si tratta della endemica, e minacciatissima, “Tigre dell’Indocina” (Panthera tigris corbetti) ma della più “usuale” (si fa per dire!) “Tigre del Bengala” (Panthera tigris tigris): non sono un “gattologo” sufficientemente esperto per potermi pronunciare al riguardo

Comunque l’emozione è stata forte quando uno dei soggetti (cinque in tutto) è venuto vicinissimo “presentandosi” con una vigorosa zampata appioppata ad uno dei penumatici del nostro pulmino. Che dire? Benvenuta … Shere Khan!!!

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Notevole infine il numero dei rinoceronti (tutti “bianchi”) che assomma addirittura a diciassette!

Infine gli elefanti asiatici: sono più piccoli degli omologhi africani, presentano due "bozze cefaliche", le femmine mancano di zanne e - indifferentemente maschi e femmine - hanno un solo labbro prensile sulla proboscide.

La struttura ospita anche un acquario discretamente gestito e con esemplari notevoli (in pole position – incredibile ma vero – gli "usuali", mastodontici Arapaima gigas) sia “dolci” che “salati”.

Francesco
 

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Verso Sud - il mare ...

Ciao,

... le sue condizioni, il suo futuro e ... le immersioni.

Ero dubbioso sulla opportunità (ed effettiva possibilità) di “scendere” a Phu Quoc, alla fine mi sono lasciato convincere: il richiamo degli abissi (si fa per dire stanti le profondità assolutamente minime raggiunte) è stato troppo forte …
Alla fine, però, ne è valsa la pena.

A prezzo di immersioni con visibilità "non eccelsa" e, almeno in un caso, corrente mica male ho potuto riscontrare una condizione dell’ambiente (coralligeno e nectonico) molto migliore di quanto mi aspettassi. La presenza, ripetuta, di “coralli a frusta” assolutamente integri e di lunghezza notevole è indice di un ambiente poco antropizzato. Questa la parte positiva della vicenda, quella negativa – che sta all'opposto – è la (prevedibile viste le attività in corso) colata di cemento che sta per abbattersi sull’isola, con tutto ciò che di sgradevole una evenienza del genere si porta dietro.

Per la prima volata - foto 1 - sono sceso che le action-cam che vanno (adesso) tanto di moda. Quella a sinistra è GoPro, quella a destra è Nilox. Ovviamente le ho alternate, anche per fare un confronto. L'illuminatore, usato solo con GoPro, è un un SideKick Duo decisamente potente, e "durevole", specie in relazione alla dimensione complessiva.
Francesco

PS: come detto: sott'acqua tanta vita ma poca ... vista. Propongo una sola foto (la terza, che vorrebbe rendere l'idea) cui spero, prima o poi, di aggiungere un breve videoclip. Vedremo ... :104:
 

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Per quanto riguarda la tigre, gli ultimi studi la suddividono in solo due sottospecie, quella continentale tigris tigris e quella di Sumatra tigris sondaica
 
La tigre ...

Ciao,

Da queste parti (magari è solo questione di "campanile") per quanto leggo la "corbetti" è ancora in auge ... :104:. Ad ogni modo, indocinese o meno che sia, la situazione per ciò che ho potuto apprendere NON è facile:

Le tigri in Viet Nam: Viene stimata la presenza, in Viet Nam, di 30-50 tigri selvatiche rimaste in Vietnam, confinate nelle foreste dell'Annam centrale e settentrionale. Più in generale si aggirano circa 350 tigri "indocinesi" nelle foreste che si estendono fra Cambogia, Laos, Myanmar, Thailandia e Vietnam, giù da circa 1.200 nel 1998. La maggior parte di queste tigri si trova (dovrebbe trovarsi, non ho riscontri oggettivi) nelle foreste di Kayah Karen Tenasserim sul confine tra Myanmar e Thailandia, mentre le pianure orientali della Cambogia sono considerate una delle aree potenziali in Asia per il recupero delle tigri. Anche il Laos meridionale e il Vietnam centrale hanno un potenziale di recupero delle popolazioni di tigri selvatiche. Si stima - in dettaglio - la presenza di 30 tigri selvatiche in Vietnam/Laos.

https://www.tigers.org.za/indochinese-tiger.html

La salvaguardia vitale delle tigri del Vietnam: secondo un (più) recente sondaggio condotto da Education for Nature - Vietnam e il locale dipartimento di polizia ambientale, il Vietnam ha 97 tigri in cattività, ma il numero di tigri in natura è stimato tra 20 e 100. In generale da quanto sopra si evince come le info siano abbastanza frammentarie ed accomunate da una solo evidenza: la gravità della situazione! So di almeno una persona - nel ristretto nucleo delle mie conoscenze locali - cui sono stati offerti prodotti alimentari ... "a base di tigre"!

Ma qualcosa si tenta di fare: http://envietnam.org/index.php/what-we-do/env-species-focused-campaigns/stop-the-illegal-tiger-trade.

Queste le info (datate) riportate da Wikipedia: https://en.wikipedia.org/wiki/Indochinese_tiger

Per finire, questa è la posizione del WWF (in merito all'esistenza - o meno - di una sottospecie da considerarsi "Tigre dell'Indocina": "occhiello" in basso a sinistra): http://vietnam.panda.org/en/what_we_do/forest_en/wildlife_en/indochinese_tigers_/

Tygrys-2.jpg


Mi piacerebbe - si sarà capito? - impegnarmi nel settore, ma non sarà facile: gli interessi in gioco - specie economici e non tutti leciti - sono fortissimi.


Francesco
 
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Verso sud ...

Ciao,

Ultima puntata di questa "miniserie" (termnine mutuato da mio figlio che usa, ed abusa, Netflix) ... ;) ;) ;) ;) ;).


  • Sull’Isola: la “Cable Car”,
Un esempio delle nubi – non meteorologiche – che si addensano sull’isola? La “Cable-Car” (sostanzialmente una sorta di “cabinovia”) che collega l’isola principale con uno dei più grandi fra gli isolotti. Con la sua lunghezza di otto chilometri (quasi, mancano alcune decine di metri) è la struttura del genere più lunga al mondo, come pomposamente riporta la stampa di regime. Silenziosa, comoda ed efficiente (obiettivamente) ti porta rapidamente sull’isolotto in questione (di cui ignoro il nome) dove sta sorgendo l’ennesimo parco acquatico, shopping center, fitness area … Questo paese ha deciso - per quantone so - di puntare sul turismo di massa: con una simile scelta fare le cose "per bene" (cosa comunque per bene) non è/sarà semplice.

Questa gente ha, sacrosantamente, diritto di migliorare il proprio tenore, e condizioni, di vita ma mi domando perché le “armi” per riuscirci (o tentare di riuscirci come purtroppo, alle volte, accade) debbano venire puntate – immancabilmente – contro il solito “nemico”? ... Mistero!!!

Quando penso (vedi le costruzioni blu, dietro la stazione di partenza in foto 1) ai rischi che corrono ambienti come quelli delle foto 3/4/5/6 (tutte scattate salla - sunnominata - Cable Car) ... M£ PIJA MALE, MOLTO MALE!!!


  • Il ritorno, infine.

Poco da dire, la solita routine: bagagli, noia, lunghe attese … se non altro – trattandosi di un volo interno (al Viet Nam) - ci vengono risparmiate le usuali, asfissianti, formalità doganali ... GAME OVER!

Francesco
 

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Bufalo Bill oppure ...

Ciao,

... bufalo bianco? Non lo avevo mai visto Bubalus bubalis (o, anche, Bufalo d'acqua).

Originario dell'Asia sudorientale e meridionale frequenta ambienti umidi e paludosi solitamente (ma non è la regola assoluta) a quote basse. Sfoggia abitualmente un mantello grigio scuro e per tale ragione (sia pure con il telefonino) non mi sono lasciato scappare la foto in questione ... Sostanzialmente erbivoro in natura vive in piccoli gruppi "condotti" da una femmina anziana. Ma il nostro è anche un prezioso, possente (e paziente) aiuto nel faticoso lavoro dei campi - ancora oggi principalmente manuale - dei contadini vietnamiti (e non solo).

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Francesco
 

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Un arrosto ...

Ciao,

... molto, molto particolare! ... OhohOhohOhoh.

Da queste parti usa dire: se ha le ali e non è un aereo un cinese (ma anche un vietnamita!!!) lo mangia, se ha quattro zampe e non è un tavolo un cinese (ma anche un vietnamita!!!) lo mangia, se ha le pinne e non è un subacqueo un cinese (ma anche un vietnamita!!!) lo mangia ... però alla fine - anche volendo comprendere, come io cerco di fare, Culture molto diverse dalla nostra - quando ti ci trovi davanti ...

... AZ!!!

Francesco
 

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Di nuovo in campo ...

Ciao

... finalmente!!!

La grotta di Thien Ha

La grotta – che fa parte di un complesso sistema sotterraneo - è nota anche con il nome comune, ben più pronunciabile, di “Galaxy Grotto” (all’inglese) è situata nella provincia di Ninh Binh (non lontana da Ha noi) dove si trova anche la – già visitata - zona Trang (anch’essa contraddistinta dalla presenza di grotte - di tipo carsico - similari).

L’ingresso alla grotta è abbastanza stretto (ma non particolarmente disagevole) mentre all'interno, complici lavori di “aggiustamento” a mio modo di vedere eccessivamente invasivi, ci si muove agevolmente in un ambiente, illuminato da luci verdi, blu e rosse alle volte un po' troppo “sparate”: la grotta si suddivide in un’area asciutta, più piccola, di una zona acquatica, più grande, navigabile con piccole barche in alluminio dal fondo piatto.

La grotta di difficile percorribilità come parte della zona circostante contribuì’ – nel X° secolo – alla difesa di Hoa Lu (la storica capitale del VN) dagli invasori provenienti dal nord (probabilmente i cinesi)

Il parco naturale di Van Long

Il nome completo “Van Long Wetland Nature Reserve” copre una zona, con vaste aree palustri, di circa 3,000 ettari nella zona di Ninh Binh. Vanta il privilegio di ospitare la più numerosa colonia di “Langur di Delacour” (Trachypithecus delacouri). La popolazione totale di tale piccola scimmia bianca e nera è stimata, al momento, in 200/250 esemplari di cui 40, stimati come residenti a Van Long. Gli altri sono sparsi, in Viet Nam, in diversi sottogruppi (isolati) circostanza che porta a fosche previsioni per il futuro della specie.

Ad ogni modo i Langur sono attivamente difesi dalle autorità - locali e non solo - che danno ampio risalto alle azioni repressive intraprese contro gli autori di atti di bracconaggio e – almeno a quanto si legge – non vanno troppo per il sottile (spedendo rapidamente, con il conforto di lungi soggiorni, in galera gli autori dei misfatti).

Noi ne abbiamo visti da lontano (ma abbastanza vicino per poterne apprezzare i movimenti e scattare in maniera almeno dignitosa, pur in assenza del "cannone" da 400 mm) quattro il che, a mio modo di vedere, significa due cose: che si sentono relativamente sicuri e che siamo stati fortunati.

La zona di Van long è, inoltre, considerata una delle zone meglio conservate, dal punto di vista ambientale, di tutto il Viet Nam. L’area palustre – l’unica in cui ci siamo mossi – si percorre con piccole barche di bambù.

All’interno del parco dell’area sulla montagna Cua Chua (che non abbiamo visitato) sono stati rinvenuti disegni - che si “leggono” meglio dopo aver versato dell’acqua su di essi - di uomini, donne e scritte in ideogrammi. La loro origine è uno dei misteri della zona cui gli archeologi stanno tentando di dare una risposta.

La flora e fauna di Van Long sono - concludendo - quelle tipiche delle zone umide del delta del Fiume Rosso (che, tra l’altro bagna Ha noi nella zona di Long Bien) ma, come detto, il posto d’onore spetta al “Langur di Delacour”.

Asiatici saluti.
Francesco
 

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