NON si dice mai BUONA P ...
Ciao,
Ed adesso spiego perché ...
Torno ancora ad Attikeoi con la speranza, dichiarata, di trovare qualche altra Cromidotilapia.
Vado con Bernard, un mio conoscente locale, e prima di arrivare ai suoi terreni facciamo delle soste interessanti. La prima alle "Terre Rouge" (letteralmente le terre rosse) una cava di laterite, (come esempio citerò le nostre cave di sabbia): la laterite è il componente fondamentale di quello che, qui, chiamano "geo-cemento" per produrre il quale viene mescolata con il cemento vero e proprio (usando la laterite medesima al posto di sabbia e ghiaia). Ignoro quali siano le sue effettive “capacità edilizie”. Il posto, assai particolare, potrebbe essere una eccellente location per un film western.
Incontro alle “Terre Rouge” (foto nulla, per favore) un guérisseur (ovvero un guaritore; "uomo della medicina", di quella tradizionale) che sa preparare un antidoto per il veleno dei serpenti (e qui fare cattivi incontri è un attimo), è un ometto piccino, che siede all’ombra su una piccola panca di legno che dimostra un fare cordiale ed affabile; chiacchieriamo un poco. Intorno a lui, seduti, alcuni altri uomini mentre le donne sono affaccendatissime tutto intorno. Pollame di vario genere razzola ovunque. L’antidoto che il guérisseur prepara viene somministrato, in specie, ai bambini come quelli che gironzolano attorno. Il mio amico franco/ivoriano dice di non averlo provato ma che la cosa è plausibile.
Col tempo il guérisseur potrà diventare, se deciderà di imboccare la strada che porta al lato negativo della medicina tradizionale – un sorcier (stregone) categoria di persone avvolte, qui, da un profondo alone di sinistro mistero (più volte, in diversi ambienti, mi è stato suggerito di non indagare troppo oltre). Un sorcier è – per quanto detto – anche un guérisseur ma non è vero il contrario perché il secondo non ha (ancora?) affrontato l’insieme di riti che portano al “lato oscuro” delle medicina locale (e NON della “forza” anche se credo che l’assonanza sia inevitabile!)
Proseguiamo verso l'impianto di ittiocoltura che il vero obiettivo di oggi: una lunga teoria di invasi (mt 40x10), molto rustici e pieni di ninfee, sono in piena terra. Dentro vi nuotano, separatamente, carpe (in realtà Tilapia) e pesci gatto (
Clarias gareipinus, credo): i servizi tecnici constano esclusivamente di un modesto flusso d'acqua che li attraversa fluendo, in discesa dal primo all’ultimo. Sulla profittabilità di un simile impianto/progetto non mi pronuncio - ho dei dubbi - ma è questo quello che il mio amico vorrebbe replicare.
Ancora avanti, arriviamo al fiumiciattolo, ovvero al mio obiettivo. Il calore è, manco a dirlo, opprimente. Mi inoltro nel "bosco", in realtà un dannato intrico di rami, liane, piante spinose, foglie marce, rami spezzati, muschi vari e tanto fango con insetti strani e veloci che corrono ovunque ma se riesci a fermarti per un attimo, respingendo fatica, sudore ed oppressione del caldo, la magia è unica! Si sentono solo gli uccelli ed i, misteriosi, rumori della foresta. Potresti incontrare qualsiasi cosa …
Comincio a "retinare", le condizioni sono pessime e la raccolta è scarsa: dopo un’ora di fatica una marea di killy e DUE (!!!) sedicenti "cromido" nuotano nel mio contenitore. L'acqua è pessima (a causa del sedimento che si alza in ogni occasione) e quindi, più o meno ad occhio, tengo solo i pochi killy che sembrano "diversi”, da quelli che ho in vasca, oltre alle le due ... ... ... sedicenti!
Faccio, a questo punto, una breve riflessione sull’ambiente più strettamente “idrico”: il livello dell’acqua pur cresciuto per le piogge degli ultimi giorni è minimo, in certe aree arriva – forse - ai due centimetri, se questo non crea (o non dovrebbe creare) difficoltà ai killy che possono muoversi anche in acque minime rimango perplesso in merito alle Cromidotilapia (in attesa di identificazione certa tale considero la nuova arrivata). Tali pesci dovrebbe raggiungere, se ho ben capito, 12/15 cm come fanno a muoversi in questo ambiente anche e solo per passare da una pozza più profonda, relativamente, all’altra? Ho visto un pesce (che sarebbe potuto essere un adulto) scappare praticamente tutto fuori dall’acqua (per un istante o sperato finisse “in secca”) mentre i tre esemplari raccolti mostra(va)no tra loro differenze dimensionali tali da far pensare a (almeno due, forse tre) differenti deposizioni/covate. Il “disegno” del ruscello non fa pensare ad una stagione di prolungata secca, con acque conseguentemente bassissime, alternata ad una stagione di acque abbondanti ma lascia immaginare che quella riscontrata sia ad una situazione di, tutto sommato, normalità.
Insomma se il livello è questo, ed è sempre questo, come funziona la "nicchia" acquatica in cui mi sto muovendo?
Ne ho abbastanza, vengo fuori dall'intrico verde mi siedo (all'ombra) mangio un boccone che ho portato da casa, bevo, riordino le mie cose e inizio – lentamente - a risalire.
Torniamo verso Abidjan con una infinità di soste intermedie, compriamo banane, manioca, “fave” di cacao, utensili vari, alcune piante officinali, ed una miriade di altre carabattole. Al villaggio di Attikeoi – abitato da gente Attiè facente parte del macrogruppo degli Akan lagunaire - ci fermiamo, infine, per un pranzo molto frugale: pane, alici in scatola e ... "uova rosse" (scopro che sono uova sode rotolate nel peperoncino sino a farle divenire rosse ... definirle urticanti è un pallido eufemismo).I
n compenso la birra si spreca! Siamo seduti sotto il grosso albero (in sei, compreso il capo-villaggio che è venuto ad incontrarci) i vuoti, alla fine, superano le dieci bottiglie, un litro ciascuna …
Ho fatto di tutto, cercando di non offendere alcuno rifiutando l’ospitalità offerta, per “difendermi” (dall’eccesso di birra) ma accuso lo stesso, pesantemente. Anche qui polli, galline ed altri animali da cortile non si contano, razzolano ovunque e velocissimi si infilano, di quando in quando, tra le gambe delle nostre sedie per piluccare qualche avanzo. Una ragazza si avvicina con passo flessuoso e si serve: sfilatino pieno di alici e d aromatizzato con una quantità di peperoncino con cui noi condiremmo un bue! Il peperoncino viene (come in tutta l’Africa) usato come una sorta di blando disinfettante industriale ma qui si esagera!
Si va! Benché il pick-up sia già carico di ogni genere di masserizia imbarchiamo, nel cassone, un buon numero di locali ed una ulteriore quantità incredibile di (loro) mercanzie: vanno al mercato di Abobo (zona periferica di Abidjan) per vendere. Inizia un breve piovasco alla fine del quale, bene o male arriviamo all'asfalto per poi andare ad "infognarci" felici e zuppi (quelli nel cassone) nel traffico cittadino.
Il rientro, in più momenti, ha preso le sembianze di una ritirata militare, sono molto preoccupato per i pesci ma non posso fare nulla, mi limito a tenere le dita incrociate. A casa, dopo una lentissima processione nel traffico, scopro che una delle "cromido" mi ha lasciato e l'altra sta male (domanda, per ora senza risposta: ma sono così fragili?). I pochi killy che avevo scelto stanno meglio, insomma anche stavolta non è andata in maniera proprio soddisfacente!
Rimetto in ordine le salmerie, faccio la doccia ed andiamo (abbiamo ospiti!) a cena. Infine sulla strada dell'agognato letto butto un occhio alla "tapinella", sembra star meglio: domani saprò. Spengo, infine la luce e BUONANOTTE AL SECCHIO! Anche questa è fatta …
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Francesco
PS: posterò dopo le foto del pesciolino ...